di Carlotta Iarrapino
L’Assemblea della Biodynamic Federation Demeter International (BFDI) quest’anno è tenuta dal venerdì 25 al martedi 29 novembre in Cile. L’Italia era rappresentata da Giovanni Buccheri per Demeter Italia e da Valentina Carlà Campa per l’Associazione Biodinamica. Li abbiamo intervistati al ritorno da questo viaggio.
Quanti paesi erano rappresentati all’Assemblea BFDI?
Buccheri: All’Assemblea erano presenti quaranta associazioni membri di BFDI, di cui una trentina con diritto di voto che avevano mandato i loro delegati rappresentando paesi dell’Europa, delle Americhe, l’Egitto, il Sud Africa, l’India e paesi dell’Oceania. In tutto, tra delegazioni, membri della Federazione e personale di BFDI eravamo una settantina di persone.
Carlà Campa: l’importanza di questa ampia partecipazione è stata sottolineata già dal primo giorno di convegno quando l’assemblea si è riunita per dare avvio ai lavori congressuali attraverso un momento celebrativo, dove ogni delegato di paese ha ricevuto un nastro colorato come simbolo della propria rappresentatività. Per l’Italia poiché Enrico Zagnoli, il delegato ufficiale era assente per motivi di salute, è stato chiesto a noi, cioè a Giovanni Buccheri e a me, di svolgere questo ruolo prendendo parte quindi poi anche alle votazioni previste per l’ultimo giorno. Abbiamo rappresentato non soltanto le nostre associazioni di appartenenza ma anche ARGE, l’associazione trentina di recente riconosciuta da BFDI. Durante la semplice cerimonia iniziale ci è stato consegnato così un unico nastro nel rispetto della norma che ad ogni paese corrisponde un unico voto indipendentemente dal numero di associazioni presenti. E’ stato inoltre ricordata la figura di Thomas Schmidt, presidente di lunga data del consiglio di sorveglianza di Demeter recentemente scomparso. Infine è avvenuta la presentazione dei delegati e partecipanti per nazionalità di appartenenza.
Come si sono svolti i lavori?
Buccheri: Abbiamo avuto dei momenti di lavoro in gruppo intervallati da visite in alcune aziende biodinamiche della zona centrale del Cile, alla latitudine di Santiago. La prima, Crisol farm, è una piantagione di avocado biodinamico Demeter alle pendici delle colline della regione di Valparaiso mentre la seconda è un’azienda, localizzata nella piana che si estende tra la cordigliera andina e le colline che si ergono a ridosso del Pacifico, che si chiama Molino farm e produce ortive. Entrambe le aziende sono a conduzione familiare ma molto diverse l’una dall’altra sia per le condizioni pedoclimatiche, sia per l’impostazione nella conduzione e nell’attività agricola. La terza azienda che abbiamo visitato si chiama Emiliana ed è la più grande azienda vitivinicola biodinamica al mondo. L’azienda è di 900 ettari e realizza progetti ambientali quali l’integrazione delle fasce arbustive per gli insetti e gli altri animali selvatici e progetti di welfare rivolti a tutti i collaboratori, circa 300 persone, come servizi di scolarizzazione e di assistenza medica. Grande attenzione all’utilizzo dei preparati e con una linea commerciale molto ben strutturata.
Carlà Campa: con il lavoro di approfondimento e scambio portato avanti per gruppi, sono stati affrontati temi prima introdotti con le visite aziendali. La forte connessione tra le visite aziendali e i temi oggetto dei gruppi di approfondimento, ha permesso cosi di affrontare le tematiche in modo sempre molto concreto. L’azienda Crisol gestita dalla titolare Marcella Garcia, imprenditrice ma anche docente universitaria in agricoltura biodinamica, è un’azienda frutticola, di 8 ettari di cui una parte espiantato per creare un lago necessario come riserva idrica. L’azienda è gestita con grande cura, sia dal punto di vista agronomico che economico, in una forma di agricoltura sociale innovativa intorno alla quale ruotano molti volontari che si rendono disponibili sia per il lavoro agricolo che per una condivisione delle scelte di gestione. Marcella ha raccontato la sua giornata di lavoro che inizia alle 6:30 del mattino quando, insieme a 2 operai, si riuniscono per stabilire i lavori da svolgere confrontandosi su tutte le problematiche, in una grande sintonia anche verso i principi alla base del metodo biodinamico, in un dialogo aperto e costruttivo, all’insegna di un profondo rispetto reciproco. Sempre impegnata nel mantenere una elevata qualità biodinamica del prodotto, Marcella, nello stesso tempo, deve cercare continuamente nuovi canali commerciali che lo valorizzino. Una buona parte del prodotto viene venduta come certificata Demeter ma tuttavia ancora oggi una parte viene commercializzata come convenzionale. Marcella è stata molto premurosa e ospitale offrendoci un pranzo realizzato con prodotti aziendali di altissima qualità. La successiva azienda visitata, l’agricola Molino, è stata colpita dal terremoto i cui segni sono ancora molto evidenti nelle strutture aziendali, l’azienda si estende per circa 20 ettari, è una realtà vitale per il grande impegno destinato a organizzare e rifornire di ortaggi i mercati locali. Un’azienda familiare caratterizzata da una vegetazione rigogliosa e un elevato grado di biodiversità. Abbiamo visitato gli appezzamenti immersi nel bosco e un giardino circolare dedicato alle colture delle piante necessarie per l’allestimento dei preparati biodinamici. Infine l’azienda Emiliana altamente strutturata per fare un’agricoltura biodinamica su vasta scala che rappresenta un punto di forza unico per il movimento biodinamico in Cile. È una grande aziende attiva socialmente e punto di riferimento per piccole aziende, anche per la qualità del lavoro biodinamico che svolge e, in particolare, per l’allestimento dei preparati.
E durante i gruppi di lavoro di cosa avete discusso?
Buccheri: Ho partecipato al gruppo sullo Sviluppo dei mercati locali per capire, in diverse zone del mondo, come si attivano delle possibilità di sviluppo di mercato per la produzione biodinamica Demeter. Tra le varie testimonianze Eco Feria, un mercato locale molto conosciuto perché è l’unico mercato bio del Cile in cui sono presenti anche prodotti biodinamici Demeter, l’esperienza di una CSA (Community Supported Agriculture) in Inghilterra, e quella di alcuni mercati rionali che vendono prodotti biodinamici a San Paolo in Brasile. Sempre di mercati locali ha parlato un collega Indiano raccontando come in una zona povera dell’India meridionale circa 2000 contadini si sono uniti nella Timbaktu Collective ed hanno attivato una comunità di sviluppo che offre sul mercato un paniere completo di prodotti biodinamici. In questo gruppo ha parlato anche Helmy Abouleish, presidente della Federazione Biodinamica Demeter International, che ha portato l’incredibile testimonianza di Sekem, un’iniziativa agricola e commerciale, ma anche una comunità di studio e di formazione (esistono scuole e la Heliopolis University), che raccoglie migliaia di contadini e di studenti in Egitto. In un altro tavolo abbiamo parlato di Economia associativa per cercare di capire insieme come si possa creare un sistema economico che non sia solamente quello di mercato, ma si rifaccia alla triarticolazione di Rudolf Steiner come proposta di un modello economico diverso Che si basa sull’effettiva capacità dell’agricoltore di soddisfare le necessità del consumatore finale, che, a sua volta, si impegna a sostenere la produzione agricola, attraverso la creazione di associazioni in cui in cui partecipano tutti gli attori della filiera, compresi i rivenditori. Interessanti le forme di dialogo che si stanno sviluppando con le catene distributive, come ad esempio in Austria dove è attivo un progetto di inserimento di prodotti a marchio Demeter sugli scaffali della Grande Distribuzione attraverso un rapporto tra produttori Demeter e GDO che, vista l’alta qualità dei prodotti conferiti e l’impegno degli agricoltori, prevede delle clausole per la tutela di questi ultimi. In un altro tavolo abbiamo parlato di Comunicazione, un tavolo importante in cui abbiamo cercato di capire come far evolvere la comunicazione della Biodynamic Federation Demeter International tenendo in considerazione che c’è sia il brand, il marchio Demeter, più o meno conosciuto nelle varie realtà territoriali, sia il movimento biodinamico che sta dietro questo marchio. C’è un anelito a diventare degli agenti di cambiamo per far sì che i valori che sono contenuti nell’agricoltura biodinamica possano essere rafforzati e comunicati meglio attraverso il marchio Demeter.
Carlà Campa: Il primo giorno era previsto che ciascuno di noi partecipasse a tre diverse tavole rotonde. Tra le tematiche affrontate il lavoro svolto in ciascun paese di appartenenza, per condividere punti di forza e punti di debolezza. In ciascun tavolo un moderatore attraverso domande guida ha favorito la partecipazione di tutti, ciascuno ha potuto raccontare gli aspetti peculiari della propria organizzazione nazionale, i cambiamenti in atto e come vedono in futuro il ruolo della Federazione internazionale. Al termine, in plenaria, veniva fatto un resoconto dei risultati dei vari tavoli. Molto interessante il tavolo sul PGS, il sistema di certificazione partecipativa, una garanzia partecipata come forma di certificazione di gruppo, adatta soprattutto per piccole aziende. Tra i temi affrontati quello della difficoltà di certificare la qualità del lavoro sociale e vantaggi e svantaggi di una certificazione di gruppo rispetto a una certificazione svolta da un organismo terzo. Sono stati riportati esempi positivi di certificazione di gruppo in Brasile e in India. Grande interesse ha raccolto il gruppo di lavoro sul progetto innovativo messo a punto dalla Federazione internazionale per calcolare il valore economico delle pratiche agricole ambientali che contraddistinguono le aziende agricole biodinamiche, sistema che la Germania sta sperimentando come paese pilota. Altri gruppi a cui si poteva partecipare quello sul Membership Commette e quello sulle forme di autofinanziamento e raccolta fondi per formazione e divulgazione del metodo biodinamico.
Di questa esperienza cosa l’ha colpito di più?
Buccheri: È stata un’esperienza molto positiva perché abbiamo incontrato gli amici di tutto il mondo. Con i nostri colleghi sudamericani abbiamo scoperto una maniera di dialogare piena di calore e di immediatezza. È stato un piacere incontrarci e scoprire in diretta come la biodinamica e il Demeter si stanno sviluppando anche in America Latina.
Carlà Campa: un’occasione importante di dialogo tra paesi per condividere il lavoro biodinamico svolto a livello nazionale, un’opportunità per creare connessioni e sinergie per dare evidenza dell’applicabilità del metodo biodinamico in condizioni pedoclimatiche anche molto diverse.