Una coalizione di più di 300 organizzazioni europee, tra le quali l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, ha sottoscritto una lettera indirizzata a Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo della Commissione europea per richiedere un incontro sui nuovi OGM.
Visto l’importanza di questa comunicazione abbiamo tradotto la lettera per voi.
Caro Vicepresidente Esecutivo,
In qualità di Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo noi sottoscritti, più di 300 organizzazioni, la invitiamo a intervenire e impedire la deregolamentazione di vasta portata delle nuove tecniche genomiche a scapito della natura e del clima, degli agricoltori e dei diritti dei consumatori. Notiamo con grande preoccupazione che gli argomenti a favore della deregolamentazione le nuove tecniche genomiche (NGT) sono spesso proposte senza prove pertinenti dalla Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare (DG SANTE), soprattutto quando si parla di affermazioni di sostenibilità.
Come lei sa, l’UE ha già chiarezza giuridica sullo status delle NGT – secondo la Corte di giustizia europea, sono OGM, in base all’articolo 191.2 TFUE[1]. Anche l’UE dispone di una legislazione sugli OGM efficace, basata su trasparenza, etichettatura e controlli di sicurezza, con una procedura autorizzativa che ha dimostrato la sua validità per più di 20 anni. I nuovi OGM non sono vietati nell’UE. Proprio come con i precedenti OGM, qualsiasi azienda può presentare domanda per un’autorizzazione all’immissione in commercio di nuovi OGM.
La DG SANTE giustifica la prevista deregolamentazione di vasta portata dei nuovi OGM affermando che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e di adattamento ai cambiamenti climatici del Green Deal. Se nuovi OGM sostenibili si materializzeranno mai è una questione aperta, ma fino ad ora non esiste un solo NGT che contribuisca alla sostenibilità[2], anche dentro paesi con deregolamentazione di vasta portata in vigore, come gli Stati Uniti e il Canada. Quindi se nuovi OGM presumibilmente sostenibili non vengono sviluppati e immessi rapidamente sul mercato, la responsabilità non può risiedere in una presunta regolamentazione “eccessivamente severa”. E visto il fallimento dei nuovi OGM di garantire la sostenibilità, certamente questi non contribuiranno agli obiettivi del Green Deal entro il 2030[3].
Se la Commissione UE dovesse seguire la proposta di deregolamentazione della DG SANTE, c’è un rischio imminente che nuovi OGM non testati e non etichettati entrino nell’ambiente e nel mercato, aumentando la pressione sulla biodiversità e minando consumatori, agricoltori e diritto di scelta degli operatori del settore[4].
Qualsiasi deregolamentazione dei nuovi OGM minaccerebbe anche l’obiettivo Farm to Fork della riduzione del 50% dell’utilizzo di pesticidi entro il 2030. In più di 20 anni di esperienza, la coltivazione di OGM commerciali in Nord e Sud America mostra un drammatico aumento dell’uso di pesticidi, con impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente[5]. Delegare la riduzione dei pesticidi agli NGT, come propongono alcuni decisori, è falso e irresponsabile[6].
Se la Commissione segue la DG SANTE e rimuove i requisiti di tracciabilità e etichettatura per i nuovi OGM, distruggerebbe le basi dell’agricoltura senza OGM, che include sistemi di produzione convenzionali, biologici e agroecologici. Tutti i sistemi di produzione non OGM dipendono dalla conoscenza di quali piante sono state prodotte attraverso tecniche GM. La piena trasparenza sugli OGM lungo l’intera catena del valore è una condizione necessaria affinché l’UE raggiunga l’obiettivo del Green Deal di espandere l’agricoltura biologica al 25% di tutti campi coltivati dell’UE entro il 2030. Esonerare i nuovi OGM dai requisiti di test sulla sicurezza, di tracciabilità e di etichettatura da un lato, e cercare di espandere l’agricoltura biologica, d’altro, sono obiettivi politici che si escludono a vicenda. Questa ovvia contraddizione porta alla questione di come la Commissione potrebbe proteggere agricoltura e alimenti convenzionali, senza OGM, e quelli biologici se esenta le NGT dall’obbligo delle regole esistenti.
Con una deregolamentazione di alcuni nuovi OGM, come propone la DG SANTE, la Commissione potrebbe fare grandi danni senza raggiungere risultati significativi in termini di sostenibilità. Abolire gli standard di sicurezza e trasparenza per i nuovi OGM andrebbe a discapito della biodiversità, del clima, dei consumatori e della maggior parte degli operatori economici nel settore agroalimentare, mettendo a rischio l’agricoltura, per la maggior parte priva di OGM, e l’industria alimentare dell’UE e compromettendo gli obiettivi dell’UE di raggiungere il 25% di agricoltura biologica entro il 2030 e di ridurre l’uso di pesticidi. L’approccio del DG SANTE sta distogliendo l’attenzione politica da soluzioni reali su come il settore agricolo può ridurre le emissioni di gas serra. Gli impianti high-tech non rallenteranno la deforestazione alimentata dalla domanda europea in crescita per alimenti per animali, ma l’agricoltura biologica e contadina già lo fa.
Concludiamo che il modo migliore è mantenere l’attuale sistema legale per tutte le generazioni degli OGM e mantenere i nuovi OGM regolamentati secondo le norme dell’UE esistenti, compresi tutti requisiti di etichettatura e tracciabilità. Ciò ridurrà al minimo i potenziali impatti negativi su natura, salute umana e animale e sosterrà il principio di precauzione e il diritto all’informazione dei consumatori e degli agricoltori come conquiste politiche e sociali fondamentali dell’Unione Europea.
Vorremmo richiedere un incontro con lei per ascoltare la sua posizione e come intendete sostenere l’integrità del diritto dell’UE e del Green Deal dell’UE di fronte a questo tentativo di minare entrambi.
[1] La decisione C-528/16 della Corte di giustizia è stata adottata sulla base sia dell’attuale direttiva sugli OGM che del principio precauzionale. La proposta della DG SANTE di indebolire i requisiti esistenti non rispetterebbe il principio precauzionale. Tutti gli OGM, inclusi i nuovi OGM, sono esempi classici della necessità di applicare il principio di precauzione poiché modificano il DNA in un modo che non avviene naturalmente. Di conseguenza, i requisiti esistenti sulle solide valutazioni del rischio, tracciabilità ed etichettatura devono applicarsi a tutti gli OGM. L’indebolimento di questi requisiti presenterebbe un chiaro caso di ignoranza del principio e della volontà di precauzione probabilmente porteranno a numerose azioni legali per riaffermare il principio di precauzione come pilastro della politica dell’UE
[2] Secondo uno studio del Joint Research Center dell’aprile 2021, solo 16 NGT in tutto il mondo sono in fase di pre-commercializzazione. La nostra lettura del documento del JRC è che nessuna di queste presunte colture pronte per il mercato mitigherà la perdita di biodiversità o le conseguenze del cambiamento climatico.
[3] Si veda Hüdig, M. et al. (2022) Genome Editing in Crop Plant Research—Alignment of Expectations and Current Developments e Wilson, A. (2021) Will gene-edited and other GM crops fail sustainable food systems?
[4] Un sondaggio dell’Istituto Rathenau ha rilevato che i cittadini olandesi partecipanti volevano regolamentazione ed etichettatura di nuovi prodotti OGM.
[5] Benbrook, C. (2012) Impacts of genetically engineered crops on pesticide use in the U.S. — the first sixteen years
[6] Foodwatch (2023) New Genomic Techniques (NGT): A Risky Corporate Distraction from Real Sustainable Solutions