di Claudio Elli (seconda parte)
Il testo che segue è la stesura delle relazioni svolte al nostro Convegno I PREPARATI BIODINAMICI – Cavalese 2012. Un ringraziamento speciale alla Sig.ra Giuliana Chimichi per la faraonica impresa di trascrizione della registrazione audio, che si è scelta di pubblicare integralmente per non perdere alcun prezioso passaggio.
Se ieri è stata ardua, oggi lo è un po’ di più. Stamattina cercheremo di affrontare i preparati camomilla e tarassaco. Ciò che è contenuto nella ratio di questi due preparati, affonda le radici in un grande mistero che è il mistero della relazione fra conoscenza e digestione. Vedete, per Rudolf Steiner digestione e conoscenza vivono dello stesso gesto e non è un gesto lineare. Questo è un concetto arduo da applicare alla conoscenza che viene sviluppato nella filosofia della libertà. La conoscenza non è un processo lineare, cioè un processo che parte dalla percezione, passando dalla rappresentazione e che poi giunge al concetto, ma è discontinuo, cioè è un processo che trova nel segno della costellazione del cancro il simbolo più efficace che lo rappresenti.
Mentre a sinistra possiamo considerare la percezione, qui dove la curva finisce abbiamo la rappresentazione come percezione soggettiva, a destra invece abbiamo il concetto e qua dove la curva di destra si interrompe abbiamo la rappresentazione come concetto individualizzato.
Vedete che c’è una cesura in mezzo, in quella cesura si svolge un’attività fondamentale sia per la conoscenza che per la digestione. Anche la digestione, ci dice Rudolf Steiner, non è solo quella che la fisiologia attuale crede che sia, ovvero un processo solamente sensibile, ovvero noi mangiamo un cucchiaio di riso e questo cucchiaio di riso viene digerito e poi diventa corpo fisico. Non è così purtroppo, le cose sono più complicate. Anche nel processo digestivo, c’è una cesura e noi saremo costretti adesso per comprendere questi due preparati a capire che cosa avviene in quella cesura. Quindi il concetto importante che dovremo portare a casa questa mattina è che la conoscenza e la digestione non avvengono con consequenzialità lineare. Questi processi sono composti da due attività che avvengono con due direzioni opposte, che si interfacciano stimolandosi a vicenda. Quindi vedete che per capire la ratio di questi due preparati bisogna partire da molto lontano, bisogna essere molto umili e non supporre di poter risolvere tutto e subito.
Interroghiamoci ora che organi sono l’intestino e il mesentere e in che relazione stanno fra loro.
Di solito – ma questo l’abbiamo già detto anche ieri – si pensa che l’intestino sia un tubo nel quale passa il cibo che mangiamo e che lì viene poi digerito. Il mesentere invece è quella lamina che tiene insieme tutte le anse intestinali, è una specie di domopac (permettetemi di usare questa immagine moderna) per rendere comprensibile cosa sia questa lamina trasparente e la sua funzione. L’intestino si trova nel cavo addominale e si apre in due direzioni: dalla bocca e dall’ano. Esso racchiude il mondo esterno dentro di noi, l’abbiamo visto ieri, apparentemente è l’elemento più interiore, ma oggi vedremo proprio che non è così, movimenti formativi dell’embrione fanno sì che si sviluppino due mondi interni, di cui solo uno è veramente interno mentre l’altro è mondo esterno invaginato, interiorizzato.
Quindi questa sezione trasversale di embrione è per farvi vedere come avviene questo processo di ripiegamento. Si può dire che l’embrione fa euritmia quando si forma. Vedete che la parte in alto si chiude con un gesto, che apparentemente è una P euritmica, ma invece è una T. Oggi farete i gesti delle costellazioni e delle consonanti relative con l’euritmia e quindi vedrete che arriverete a comprendere che questo gesto appartiene all’alfabeto cosmico tramite il quale tutto nel mondo prende forma e quindi anche l’embrione umano dove il “digerire” diventa dunque la possibilità di conoscenza inconscia di quelle forze formatrici. E’ tutto collegato. Ditemi come uno digerisce e vi dirò come pensa. Conoscenza e digestione sono lo stesso processo che avviene su piani diversi. Sono direttamente collegati, quindi il neuro-sensoriale governa questo foglietto esterno che fà questo gesto che è una T euritmica e porta all’interno il mondo esterno e lo chiude in sé. Invece questo altro foglietto, l’entoderma, fa un gesto che corrisponde alla, O euritmica, e in mezzo il mesoderma fa una A. Nell’embriogenesi, infatti, viene pronunciata la TAO, la parola con cui la Divinità ha iniziato a formare il mondo, e che secondo Steiner dovrà trasformarsi in una IAO, quando la creatura (l’uomo) diventerà creatore.
n questi preparati, Rudolf Steiner ha incominciato a dare delle “dritte” per iniziare a far sì che l’uomo da creatura iniziasse a diventare creatore, dalla TAO alla IAO.
L’Io deve cominciare a prendere in mano la situazione, (e il gesto principale della manifestazione dell’io è sempre un rovesciamento). Quindi, tornando a noi, l’intestino racchiude il mondo esterno in noi il quale mantiene il collegamento con se stesso tramite bocca e ano. Il mesoderma invece facendo questo altro gesto racchiude l’unico vero mondo interno dentro di noi. Nella cavità addominale, quindi, abbiamo la presenza di entrambi i mondi rovesciati l’uno rispetto all’altro. Il peritoneo, adesso ve lo faccio vedere forse meglio con un disegno, se questo è l’intestino, l’intestino è composto da una mucosa all’interno, da una parte muscolare all’esterno e dal peritoneo che lo riveste. Questo è il mesentere che si rovescia, questa è la cavità peritoneale, che, vedete, ha il peritoneo all’interno, poi abbiamo i muscoli all’esterno e la pelle all’esterno, vedete che questo mondo si rovescia in questo altro mondo. E’ importante vedere questo rovesciamento, cioè il rivestimento più esterno dell’intestino diventa il rivestimento più interno della cavità addominale (peritoneo).
Quindi all’interno della cavità addominale ci sono spazi che vengono delimitati con gesti opposti. Questo risulta importante per capire la differenza tra intestino e mesentere. Quindi il peritoneo è una pellicola trasparente di silicio e ricordiamoci sempre che dove compare il silicio c’è sempre attività percettiva. E’ per questo che la peritonite è molto dolorosa, il silicio è il mediatore della percezione, che sia esso nel corno del bovino o che sia nel peritoneo dell’essere umano o dell’animale.
Quindi nell’animale e nell’essere umano l’intestino non è altro che mondo esterno in noi.
Invece il rivestimento peritoneale è qualcosa di completamente diverso. Quando si studia anatomia comparata del peritoneo si capisce che nel corpo umano e animale esistono questi due spazi: uno, quello più interno, è paradossalmente ancora mondo esterno in noi e l’altro, invece, è l’unico vero mondo interno.
Quindi tutto il mondo si è rovesciato dentro l’essere umano e, da questo intestino, l’abbiamo visto ieri, vengono secreti tutti i vari organi;
quindi tutti i cosiddetti organi interni che derivano dall’intestino primitivo possono essere considerati mondo esterno (fegato, pancreas, lo stesso polmone ecc). Solo i vasi linfatici e il cuore sono appartenenti veramente ad un mondo interiore. Questo è molto importante da capire.
Nell’invaginamento di questa morula, di questa sferula che noi siamo all’inizio della nostra embriogenesi, come si può vedere dall’immagine,
le forze del mondo esterno si rovesciano per formare un mondo interiore. Vedete che all’inizio, prima c’è ancora lo stato embrionale di morula, una specie di mora; appena dopo che l’ovulo è stato fecondato, si producono tante cellule come se fosse una mora, una biglia piena, ma ad un certo punto questa biglia piena incomincia ad agitarsi, vedete che poi inizia un invaginamento, con questo gesto di C. Questo, ci dice R. Steiner, è il gesto dell’astrale, non esiste invaginazione nel corpo se non c’è un astrale (un’anima), il gesto dell’eterico è il gesto della proliferazione, il gesto dell’astrale, dell’animico è creare un mondo interiore tramite un invaginamento, il gesto dell’Io invece è il gesto del rovesciamento. Avete visto che tra cavità intestinale, che è mondo esterno interiorizzato, e peritoneo c’è un rovesciamento. Dove c’è un rovesciamento c’è sempre il gesto dello spirito.
Spero cominciate ad apprezzare la differenza fra questi due spazi. Se no, non si può andare avanti. Quindi il nostro vero mondo interno non è quello contenuto nell’intestino, ma quello invece che contiene l’intestino, che si origina in un altro modo.
Quindi il vero mondo interno, è quello originato dal foglietto embrionale intermedio chiamato mesoderma. Vedete in queste immagini ci sono i tre foglietti dai quali ognuno di noi origina, che sono l’ectoderma, il mesoderma e l’entoderma. Quello rosa è la cavità che darà forma all’intestino, all’addome, vedete questa O che si chiude; ma quello contenuto nel rosa è sempre mondo esterno. Ma anche il nero, che è la parte che darà origine al sistema neuro sensoriale, adesso fa questa chiusura e racchiude mondo esterno (con il gesto della T euritmica). Il vero mondo interno è quello delimitato dall’azzurro, ma vedete che si forma per cavitazione e non per invaginamento o per ripiegamento come gli altri due. Questo è un dato importante perché vuol dire che quelle due cavità, che poi apparentemente non comunicheranno tra loro, cioè la neurosensoriale e la metabolica, originano in ogni caso dal mondo esterno, questa è l’unica chiave di lettura che ci permetterà di vedere il collegamento fra le strutture nervose e quelle metaboliche. L’unico che non origina dal mondo esterno è questa cavità intermedia da cui originano i vasi linfatici, il peritoneo e lo stesso cuore. Il cuore all’inizio della sua embriogenesi è come questo mio braccio, è un tubo, è un vaso che poi inizia un processo di ripiegamento su se stesso vedete? La vedete la siluhette cardiaca?
Col braccio ve lo posso mimare fino ad un certo punto. Per arrivare alla forma definitiva a quattro camere, il tubo cardiaco deve fare anche tutta una serie di gesti euritmici, che sono gesti che rovesciano le tre dimensioni dello spazio, perché questa cavità azzurra, è un contro spazio. Vedete non si origina in modo astrale, da un invaginamento, ma è uno spazio eterico e quindi non si forma per invaginamento. Nel cuore, dice Rudolf Steiner, il sangue viene eterizzato, trasformato, si spiritualizza e per essere spiritualizzato il cuore si deve strutturare in un certo modo, non deve essere più un tubo, cioè come un intestino, ma si deve piegare in modo tale che il sangue ivi contenuto possa per un attimo uscire dalle leggi dello spazio fisico, e entrare nelle leggi del mondo eterico, nelle leggi della levità, abbandonando per un attimo la gravità. Per questo ha bisogno che il cuore stesso conquisti quella forma di goccia rovesciata, che contraddice la legge di gravità. Anche il movimento con cui il sangue scorre nel cuore cambia rispetto al movimento che ha nei vasi, si forma un movimento diastole, sistole, diastole, sistole, un movimento discontinuo. Nella diastole il cuore ascolta e nella sistole risponde. Nel movimento discontinuo si acquisisce la possibilità di una coscienza superiore a quella di esseri che hanno uno scorrimento del sangue continuo (peristaltico).
l cuore è una spirale, la muscolatura del cuore è una spirale, il cuore viene formato dal gesto del sangue, il cuore è sangue coagulato, e il sangue che arriva al termine del suo gesto, forma l’organo che poi potrà percepirne le qualità intrinseche. Il cuore è l’ organo di senso che percepisce in questo mondo interiore, il vero mondo interiore di cui ognuno di noi è dotato.
Tutti gli altri organi sono falsamente considerati organi interni, ma invece sono mondo esterno interiorizzato. Quindi con questi movimenti dei foglietti embrionali, il mondo esterno, nelle due vescicole quella nera e quella rosa, viene come inspirato all’interno del corpo animale. Così si crea sia l’intestino che anche il tessuto nervoso e gli altri organi fegato, cistifellea, pancreas, polmoni, (ve lo dico fino alla nausea), sono quindi organi solo apparentemente interni. Così anche il sistema nervoso si sviluppa come una ripiegatura dello strato esterno che poi darà origine al cervello. Pertanto anche il sistema nervoso è spazio esterno che si è interiorizzato. Ora abbiamo compreso che sia il sistema nervoso che l’intestino sono mondo esterno trasformato dentro di noi: perché sono così pignolo su questi due ripiegamenti che apparentemente, vedete, non hanno alcun rapporto tra di loro? Perchè se capiamo quello che sto dicendo ora, ciò ci aiuterà a comprendere la relazione intestino e camomilla, e mesentere e tarassaco. Possiamo a questo punto presumere che anche il sistema nervoso sia deputato ad una digestione, non solo l’intestino. L’intestino digerisce ciò che entra in noi, come mondo sostanziale, fisico, materializzato. Nella percezione invece, ci dice Rudolf Steiner, c’è un altro tipo di digestione soprasensibile, tramite la quale si digeriscono gli eteri. Nel percepire quindi non si ha una percezione solo delle cose sensibili: mentre noi facciamo una camminata nel bosco, interiorizziamo anche eteri, inspiriamo eteri, esseri elementari, noi li inspiriamo anche se non abbiamo coscienza di ciò. E’ logico che questa sembra un’affermazione fiabesca, ma vi giuro che non lo è, perché se no non si capirebbe come mai certi soggetti mangiando solo un ostia, possano sopravvivere senza grandi conseguenze. Quello che accade a questi soggetti è spiegabile solo tramite l’esistenza dei due metabolismi. Vedete già che camomilla e intestino possono essere messi in relazione con il metabolismo sensibile con la digestione che anche la fisiologia odierna considera. L’intestino quindi è il luogo della digestione sensibile. Invece con l’attività percettiva, neuro sensoriale, io mi alimento con sostanze soprasensibili (eteri). Con il percepire, etere di calore, etere chimico, etere di vita, etere di luce, io mi sto alimentando soprasensibilmente. Avete colto? Questo è un punto delicato, anche i medici antroposofi si scontrano con questa alimentazione soprasensibile descritta da Steiner nella famosa 7°conferenza della “Medicina Pastorale”, dove parla degli eteri introdotti tramite la via percettiva e l’interazione degli stessi con gli eteri interiori formati durante la digestione sensibile. Ciò che viene detto in quella conferenza è veramente un rompicapo, ma proprio perché è un rompicapo è assolutamente importante cercare di capirla. Steiner tratta questo argomento una sola volta così estesamente (se vi interessa, andatevela a vedere, questa 7° conferenza di Medicina pastorale(Ed. Antroposofica), perché è straordinaria, complessa, ma poichè il fenomeno è complesso, non si può semplificalo senza correre il rischio di perderne la realtà). Il problema è che la fisiologia attuale non riesce a vedere questi retroscena e quindi ne vede solo l’aspetto sensibile, ma nulla è solo come appare. Quindi, questa mattina vi ho chiesto uno sforzo immaginativo per cercare di capire come queste cellule costruiscano in modo graduale una specie di spazio interno collocandosi alla periferia, il foglietto colorato in azzurro nel disegno crea veramente uno spazio interno, ma questo vale solo per il peritoneo e i vasi sanguigni. Quindi non è affatto azzardato dire che la cavità del peritoneo appartiene allo stesso spazio del cuore e dei vasi. Utilizzando l’intestino e il mesentere per i due preparati, si può dire che si utilizzano questi organi in relazione a questi due spazi di diversa costituzione, quindi con diversa qualità. Con l’intestino usiamo un organo che delimita uno spazio interno che però prima era spazio esterno, (ve lo ripeterò alla nausea) e quindi ne mantiene le caratteristiche. Così dentro di noi, abbiamo un mondo esterno che mantiene se stesso. La mucosa in effetti è la barriera che c’è tra noi e questo mondo esterno: tutte le enteriti sono problemi di barriera che ci sono in determinate patologie, nel morbo di Crohn o la colite ulcerosa, sono proprio problemi di limite, di delimitazione fra noi stessi e il mondo, il mondo è come se volesse invaderci e noi non riusciamo ad opporci. Non si capiscono queste patologie se non tramite questa prospettiva. Vedete, dobbiamo partire sempre dall’embriogenesi. Io, all’università l’embriogenesi la vedevo come la cosa più noiosa di questo mondo, mi addormentavo durante le lezioni. Vi giuro che quando la si riscopre tramite la prospettiva della scienza dello spirito diventa qualcosa di meraviglioso e io ora la continuo a vivere con questa meraviglia, e mi dico sempre: come dormivo durante il periodo dell’università. Dormivo proprio 30 anni fa! Era giusto che dormissi anche perché nessuno era in grado di farmi capire il mondo che in realtà vi era dietro.
Bisogna ringraziare Rudolf Steiner, perché veramente ci ha dato dei doni infiniti, bisogna solo avere la pazienza e la perseveranza di digerire, ciò che lui ci dice. Purtroppo a volte devono passare anni, però vi giuro che quando la digestione arriva alla sua conclusione è veramente un elemento pacificatore, ti senti proprio come il leone nella savana, quando ha fatto il suo pasto, oppure la vacca sul prato che sta ruminando, ti senti veramente in pace, sereno, stanco, ma soddisfatto dello sforzo fatto.
Quindi, nello spazio racchiuso dall’intestino si mette la camomilla, nel secondo lo spazio veramente interno quello delimitato dal mesentere, si mette il tarassaco. Ma se si studia l’anatomia comparata e la filogenesi, dove compare per la prima volta questo spazio veramente interno? Compare negli echinodermi, parolaccia, ma se vi dico stella marina o riccio di mare, li conoscete tutti no? Adesso andiamo a constatare come nella forma della stella marina, la stella a cinque punte si ottenga dalla coopresenza del gesto del calcare, della silice. La forma a stella si ottiene dall’interazione ritmica dei due gesti formativi principali, uno rappresentato dal calcare che costruisce da un centro verso la periferia, e l’altro dal silicio che costruisce dalla periferia verso il centro. Gli echinoderni sono i primi organismi semplici che conquistano la possibilità di avere in loro questi due principi in relazione equilibrata. Non è roba da poco. Rispetto all’idra, sapete che l’idra è come un intestino che naviga nel mare, e quindi è solo mondo esterno che si è ripiegato su se stesso, vi è un passaggio epocale. La stella di mare e i ricci hanno questa forma speciale, simmetrica a stella, e possiedono un esoscheletro (scheletro esterno), all’interno del quale c’è invece la parte molle, proprio perché i due principi calcare e silice convivono in equilibrio fra loro.
Vedete ci sono forze che dall’esterno spingono all’interno e forze che dall’interno spingono all’esterno. Così si ottiene la forma a stella! Nell’interazione fra le forze eteriche cosmiche e quelle prodotte interiormente. Gli echinodermi, in effetti, non sono altro che l’immagine più bella delle forze del corpo eterico. Sapete che Rudolf Steiner aveva dato dei consigli terapeutici, consigliando di sottoporre il paziente alla visione di certi quadri di Raffaello, quelli dove sono rappresentate le sue famose Madonne; l’osservazione di questi quadri è terapeutica perché lavora sulle forze eteriche del paziente che li percepisce; nel percepire l’arte contenuta in questi quadri, l’essere umano che li osserva ne estrae le forze eteriche contenute, che sono curative stimolanti per le sue forze vitali indebolite.
Le stelle marine sono i primi animali che conquistano un “celoma”, cioè uno spazio veramente interno dove un’anima possa albergare ed esprimersi non più solo da lontano. Il gesto del calcio è evidente nelle formazioni che hanno un centro da cui si concretizzano, sono le prime forme animali che hanno la possibilità di emettere delle vibrazioni, dei piccoli rumori, l’anima comincia a poter comunicare in modo elementare le proprie sensazioni interiori al mondo esterno. Un vocalismo può essere emesso solo se è presente l’anima. I pesci sono muti perché in effetti sono animali ancora prevalentemente eterici, e hanno un’anima molto poco incarnata. Il loro accrescimento anche quando arrivano alla maturità sessuale, non si arresta, perché sono degli animali con caratteristiche spiccatamente vegetali, anche le loro squame, lo mostrano; ho fatto una piccola tesi durante il periodo universitario su questo tema; se voi osservate le squame di un pesce a 40 ingrandimenti ottenete delle immagini simili a quelle di un tronco d’albero tagliato, gli annuli, da cui si può dedurne l’età. Così si possono calcolare gli anni di una carpa osservando la sua squama, come per l’albero osservandone il tronco in sezione. Forse non lo sapevate, ma per sapere quanti anni ha un’alborella si contano le bande strette di accrescimento che corrispondono a quanti inverni l’animale ha trascorso, sono strette perché in inverno si trova poco da mangiare e l’animale non cresce. Negli animali invece, che mostrano la presenza di un’anima più incarnata, cominciano ad essere evidenti anche le pulsioni di simpatia e antipatia. Altri sintomi sono la presenza di un esoscheletro di carbonato di calcio, che però si forma in modo sufficiente solo in presenza del processo silicico che funge da catalizzatore. Il processo silicico è catalizzatore, perchè stimola la formazione di carbonato di calcio senza partecipare direttamente alla reazione. Questo è un dato importante, ed è evidente soprattutto nella barriera corallina, che è l’indicatore biologico più sensibile in natura dell’equilibrio fra il processo calcareo e il processo silicico, perché anche i polipi che sono gli organismi della barriera corallina hanno un esoscheletro calcareo che è quello che le dà la robustezza, ma senza l’alga silicica contenuta all’interno dell’animale la ”zooxantella” questo scheletro non si formerebbe in modo sufficiente. Infatti, la barriera corallina sbianca, si ammala se il processo catalizzatore del silicio non è presente. Questa è una cosa, ribadisco, importantissima! Quindi, quando vediamo queste barriere coralline ammalarsi vuol dire che i processi nel pianeta terra, dell’essere vivente terra, il processo del silicio e del calcare si stanno sbilanciando, e questo vuole dire malattia.
Quindi Steiner con i preparati a base intestino-camomilla e mesentere-tarassaco vuole proprio portare questi due processi nel terreno. Il mesentere è in relazione con il tarassaco e il silicio, la camomilla con il processo del calcio e con l’intestino. “..se l’achillea sviluppa la sua forza sulfurea prevalentemente in direzione dei processi formativi riguardanti il potassio, la camomilla aggiunge a questo un elaborazione del calcio…” “Nell’organismo il silicio viene di nuovo trasformato in una sostanza che ha una straordinaria importanza e che per ora non viene ancora annoverata tra gli elementi chimici. Per poter attrarre e usare le forze cosmiche è necessaria la silice…Dobbiamo cercare una pianta che, in virtù della propria relazione con potassio e silice sia in grado di trasmettere questo potere al concime, una volta che vi sia stata immessa di nuovo in una specie di dose omeopatica. Questa pianta è senz’altro reperibile …Si tratta del tarassaco del dente di leone…” OO 327. Proprio questi due preparati portano questi processi a intensificarsi dove vengono messi. Possiamo vedere anche la mucosa intestinale soggetta a questi due processi. Sapete tutti che la mucosa dell’intestino non è qualche cosa di liscio,ma ha delle escrescenze chiamate villi. Sapete che dal villo c’è un andamento secretorio che va verso l’esterno e un andamento di assorbimento che va verso l’interno. Così potete vedere nel processo secretivo, il processo del calcio, del calcare e nel processo incretivo il processo del silicio. Quindi nell’intestino vi sono due flussi, c’è il flusso verso l’esterno, verso il lume intestinale, secretivo dei succhi digestivi, poi il flusso incretivo dei liquidi digeriti e assorbiti verso l’interno. A livello della mucosa c’è una grande selezione, non tutto può passare, se passa qualche cosa che non è stato trasformato, c’è malattia. Questi liquidi assorbiti dall’intestino dopo la digestione vengono raccolti nei vasi linfatici che fanno parte di quello spazio che abbiamo qualificato come interno. Ma qual è la funzione dei vasi linfatici? Sono il luogo dove si collegano l’alimentazione cosmica e l’alimentazione sensibile. L’alimentazione sensibile passando nell’intestino viene sciolta, digerita, assorbita attraverso la parete intestinale, portata nella linfa. La linfa è l’interfaccia dove i due metabolismi si incontrano e come è stato ricordato ieri anche da Martin von Mackensen, dove il simile attira il simile, il simile comprende il simile; se tutto ciò che ho mangiato non è diventato eterico, etere di calore, l’etere di calore cosmico non può essere assimilato e diventare corpo. Questo Steiner lo dice in Uomo sintesi armonica, un ciclo di importanza capitale per comprendere tutto il processo. Quindi, le due digestioni a questo punto si interfacciano, e nell’interfacciarsi la parte cosmica può diventare sostanza corporea. Invece ciò che introduciamo con il cibo se trasformato etericamente diventerà cervello. Il cervello è “cacca” alla sua massima trasformazione, questa affermazione Steiner la fa proprio nel ciclo dedicato all’agricoltura biodinamica. E’ straordinario pensare che noi pensiamo con feci che sono state portate oltre se stesse, però è così. Quindi: ditemi come digerite e vi dirò come pensate. Lo stesso Gerson, che non è antroposofo, ma è uno scienziato, ”il premio Nobel” che ha scoperto la serotonina come mediatore chimico dell’intestino, definisce l’intestino ”secondo cervello”, nel suo libro “L’intestino secondo il cervello”. Siccome aveva la madre ammalata di Parkinson – ad un certo punto dice “io sono sicuro che i problemi degenerativi del sistema nervoso originano nell’intestino”. Questa affermazione di Gerson, conferma quanto detto da Rudolf Steiner. Questa è una conferma che Rudolf Steiner non ci sta assolutamente dicendo delle stupidaggini, quando nel ciclo di Koberwitz fa quelle strane affermazioni. Quindi un ricercatore al di sopra di ogni sospetto conferma ciò che Steiner diceva 90 anni fa.
Così proprio nel ciclo di Koberwitz viene fatto vedere come i due metabolismi si relazionano e come una certa sostanza diviene cervello e l’altra diviene corpo. Il flusso cosmico entrando dall’alto viene portato in basso a diventare corpo, quindi le forze eteriche percepite dai sensi sono l’alimento eterico che nutre il corpo, dal quale il corpo si sostanzia, si materializza partendo dal sistema linfatico.
Queste forze spirituali convogliate nel linfatico, verso il basso, si materializzano, si trasformano in sostanza matrice, sostanza interstiziale dove le forze formative portano a realizzare il nuovo impulso. Noi siamo la realizzazione di questo logos cosmico di questa parola cosmica. Ma ciò si attua tramite il rapporto delle due digestioni. Quindi quando queste forze spirituali raggiungono gli interstizi, in questi spazi interni, si depositano come sostanza. All’interno dei linfatici c’è l’incontro fra la nutrizione cosmica e la nutrizione materiale. Del cibo grossolano, solo poca sostanza nobilitata passa la barriera intestinale per poi diventare cervello. Questa polarità metabolica nei preparati, è rappresentata da:
– camomilla e intestino, processo del calcare, alimentazione terrena
– tarassaco, mesentere, silicio, alimentazione cosmica.
Vedete come queste due piante siano polari, ma strettamente collegate con il processo che stiamo analizzando. La camomilla, ci è stato detto anche ieri, è collegata col processo del calcio. Il calcio, il calcare se usato in un certo modo aiuta il processo di espirazione ed è per questo che Camomilla ha il fiore profumato, rispetto ad altre composite, giusto? Chiedo conferma all’esperto botanico, perchè con gli animali mi sento preparato, con i vegetali un po’ meno, molto meno, quindi ho bisogno del sostegno. Questo gesto ci dice già la ratio che c’è nella preparazione del preparato, quando mettiamo i fiori di camomilla nel lume intestinale. Quindi è possibile usare queste forze della camomilla che tendono alla volatilizzazione, portando questo gesto all’interno dello spazio più distruttivo che esiste, il lume intestinale, là dove il cibo grossolano viene completamente annientato e può poi diventare, come cervello, strumento di pensiero. Mangio un cucchiaio di riso, questo riso sostanziato, in me, si deve completamente etericizzare. Nel momento in cui passa nel lume dei vasi linfatici, può trovare la possibilità di materializzarsi successivamente all’altro polo, il neurosensoriale, nella sostanza cerebrale. Se vi ricordate l’immagine del simbolo zodiacale del cancro, vedete quanto è difficile seguire un processo, quando un processo esce dallo spazio e dal tempo, questa uscita è rappresentata nel simbolo dallo spazio vuoto fra le due spirali. Adesso avrei bisogno di più tempo per portarvi veramente passo passo in quello che succede in quel vuoto di spazio, in quello spazio che Steiner chiama negativo. Vi chiedo questo sforzo di comprensione, dato che la partita si gioca proprio in quello spazio, in quella soluzione di continuo dove la sostanza sia che sia fisica o eterica, compie un trapasso, una trasformazione. Qualcosa entra nello spazio e nel tempo e qualcosa esce dallo spazio dal tempo per ripresentarsi in un altro luogo. E’ per questo che la fisiologia attuale non riesce a seguire il processo, perché non riesce a collegare il fatto che una sostanza che è stata assorbita nell’intestino io la possa ritrovare nel sistema nervoso, perché c’è un salto, non solo di spazio, ma anche dal punto di vista dello sviluppo dei foglietti embrionali, perché uno è ectoderma (tessuto nervoso) e l’altro endoderma (intestino). Le due digestioni infatti avvengono in strutture che non hanno collegamento embriologico: dal punto di vista della fisiologia attuale è impossibile che organizzazioni così differenti fra loro e distanti abbiano una relazione! Ma il premio Nobel (Gerson) che ha scoperto la serotonina, ha sospettato questa relazione. Quindi anche la scienza, quella onesta, si sta avvicinando a questi grandi misteri, il cervello col quale noi pensiamo è l’organo nel quale trova la sua finalizzazione la digestione sensibile, il corpo nel quale noi viviamo è il risultato terminale della digestione soprasensibile. Sempre nell’ottava conferenza di Koberwitz Rudolf Steiner ci dice che il sistema nervoso centrale è composto da sostanza terrena e da forza cosmica; la parte del corpo invece è sostanza spirituale e forza terrestre. Vedete, se non si ha questa elasticità di capire che in effetti la realtà del mondo è fatta da sostanza fisica e sostanza spirituale, forza fisica e forza spirituale, non si capisce il cervello e non si capisce l’addome e l’intestino. Così come la camomilla esprime il principio del calcare, il tarassaco invece esprime al meglio il gesto della silice. Il tarassaco costruisce una rosetta fogliare nel terreno, poi quando il suo stelo cresce verso l’alto si apre in quei fiori gialli e a questo punto interviene la forza della silice e si forma il soffione, che è veramente un gioiello, costruito con una precisione e abilità che i nostri gioiellieri difficilmente potrebbero imitare. Mi sono messo ad osservare come si trasforma ed è un processo che non riesci a seguire, c’è un salto, c’è il fiore giallo e poi in un attimo si arriva a questo benedetto soffione: c’è una cesura. Sono stato lì tutti i giorni ad osservarlo ma non sono riuscito a coglierlo sul fatto, è un momento metamorfico, e come tutte le vere metamorfosi non si lasciano afferrare nel momento della vera trasformazione. E’ incredibile, ma è così, perché il momento di metamorfosi è un momento sacro e che avviene assolutamente nel mistero più profondo, anche se avviene sotto gli occhi di tutti e non in un involucro o in un bozzolo come nel caso della farfalla. Quindi si prendono i fiori, perché bisogna utilizzarli prima che il processo silicico si sia esteriorizzato, e vengono messi nel mesentere che è come un pannello solare! Ecco, permettetemi questa immagine, è un accentratore delle forze cosmiche, un concentratore del flusso della nutrizione cosmica.
Quindi vedete che alla fin fine con questi due preparati noi portiamo nel terreno le forze concentrate dei due metabolismi, con cui ogni organismo si nutre, permettendo così al terreno di fare lo stesso. Con la camomilla e il tarassaco si portano al terreno degli strumenti per incentivare questi due metabolismi: quello sensibile e quello soprasensibile e nell’interazione fra questi due il terreno ha la possibilità di nutrirsi in modo completo, perché la nutrizione, ormai lo sappiamo, non è solo quella grossolana. Per oggi abbiamo finito il nostro sforzo. Grazie. Ora riportiamo integralmente i passi del ciclo di Koberwitz su questi due preparati.
“Facciamo anche un altro esempio: se vogliamo dare al concime la possibilità di accogliere tanta vitalità da poterla poi trasfondere al terreno da cui deve crescere la pianta, dobbiamo rendere quel concime atto a legare più fortemente fra loro le sostanze necessarie alla crescita vegetale: non solo il potassio, ma anche il calcio, i composti del calcio. Nell’achillea abbiamo a che fare prevalentemente con effetti riguardanti il potassio, ma se vogliamo captare anche l’azione del calcio,dobbiamo ricorrere a una pianta che, se non desta entusiasmo come l’achillea, contiene però anch’essa dello zolfo in forma omeopatica; partendo dallo zolfo, questa pianta può così attirare le altre sostanze che le sono necessarie e inserirle in un processo organico. Parlo della camomilla, la Camomilla officinalis.
Non si deve però semplicemente dire che la camomilla si distingue perché contiene molto potassio e molto calcio; se l’achillea sviluppa la sua forza sulfurea prevalentemente in direzione dei processi formativi riguardanti il potassio, e per questo essa contiene esattamente la quantità di zolfo necessaria per elaborare il potassio, la camomilla aggiunge a questo un’elaborazione del calcio, e con ciò quanto essenzialmente può contribuire a tenere lontane dalle piante le azioni dannose di fruttificazione, conservandole in tal modo sane. Il meraviglioso è anche che la camomilla contiene dello zolfo in sé, ma in dosaggio diverso, appunto perchè essa deve elaborare il calcio. Il processo va studiato ulteriormente. Quello che deriva dalla scienza dello spirito ha il suo punto di partenza da lontano, dal grande, dal macrocosmo come si usa dire, e non dal microcosmo.
Dobbiamo ora seguire il processo che viene operato dalla camomilla quando essa venga ingerita nell’organismo animale e umano. Per tutto ciò che si svolge nell’organismo umano o animale in seguito all’ingestione della camomilla la vescica urinaria è abbastanza trascurabile, mentre assume invece grande significato la sostanza delle pareti intestinali, proprio quella delle pareti intestinali. Se si vuole perciò agire con la camomilla nello stesso modo con cui ci si è comportati con l’achillea, se ne devono cogliere le belle testine gialle e trattarle in analogia con quanto abbiamo fatto con gli ombrellini dell’achillea, non immettendole però in una vescica urinaria, ma nel tubo intestinale di un bovino.
Di nuovo si fa qualcosa di bello; senza molta fatica si fa qualcosa di meraviglioso; invece di usare tutto per delle salsicce, come dappertutto si fa a questo proposito, si fanno delle salsicce con degli intestini di bovino nei quali il riempitivo è quello che è stato elaborato nel modo indicato prendendolo dalle piantine di camomilla. Si è così fatto qualcosa che deve venir esposto in modo giusto agli influssi naturali, rimanendo anche qui sempre nel campo delle cose viventi. In questo caso si tratta però di far agire il più possibile la forma di vitalità affine all’elemento terrestre, e occorre mettere nuovamente per tutto l’inverno questi preziosi salsicciotti(e sono veramente preziosi) in terreno possibilmente ricco di humus ad una non eccessiva profondità, cercando a tale scopo dei luoghi in cui la neve rimane più a lungo e a lungo sta esposta bene ai raggi solari; così le azioni astrali cosmiche vengono ad agire nel posto in cui sono stati sotterrati i preziosi salsicciotti. In primavera i salsicciotti vengono poi estratti e conservati come ho già detto, per venir poi aggiunti al concime nello stesso modo usato per l’achillea. Si vedrà come con questa aggiunta si ottenga un concime che anzitutto è più costante di ogni altro contenuto di sostanze azotate, avendo allo stesso tempo la capacità di vivificare la terra in modo da conferirle un’azione straordinariamente stimolante sull’accrescimento vegetale. Operando la concimazione in questo modo invece di trascurarla, si otterranno soprattutto delle piante più sane, veramente più sane.”
Per quanto riguarda il preparato a base di tarassaco Steiner dice “ Ma abbiamo bisogno anche di altro che ci aiuti ad attirare nel giusto modo da tutto l’ambiente cosmico anche la silice. Anch’essa deve trovarsi nella pianta perché proprio a questo riguardo la terra sta perdendo con l’andar del tempo la sua capacità di accoglierla. La terra la perde gradualmente, e quindi non ce ne accorgiamo. Colora che guardano solo ai fenomeni microcosmici, e non al macrocosmo, non fanno caso alla perdita di silice, perché secondo loro essa non ha alcun significato per la crescita delle piante. Invece essa ne ha moltissimo. A questo riguardo bisogna sapere certe cose. Per gli scienziati non è oggi motivo di confusione quel che ancora lo era poco tempo fa, e oggi si può parlare di trasmutazione degli elementi senza imbarazzo. L’osservazione di molti elementi ha in proposito già domato i leoni del materialismo.
Eppure non si conoscono affatto certi fenomeni che si svolgono di continuo attorno a noi. Se si conoscessero sarebbe più facile trovare credibili cose come quelle da me spiegate qui. So benissimo che qualcuno, imbottito dal modo attuale di pensare, mi obietterà di non aver detto nulla di come si venga a migliorare il contenuto azotato del concime. Invece io ne ho parlato di continuo, specialmente quando ho detto dell’achillea,della camomilla e dell’ortica, perché nel processo organico esiste una misteriosa alchimia per cui, se il potassio lavora in modo corretto, viene trasmutato realmente in azoto, così come avviene per il calcio che si trasmuta in azoto, sempre a condizione che anche il calcio lavori correttamente. Già sappiamo che nella crescita delle piante ci sono tutti e quattro gli elementi di cui abbiamo parlato. Oltre allo zolfo c’è anche l’idrogeno. Ho già parlato del significato dell’idrogeno. Esiste però un rapporto qualitativo reciproco fra calcio e idrogeno che è affine al rapporto esistente nell’aria fra ossigeno e azoto. Lo si potrebbe già dedurre per mezzo di un’ analisi chimica esteriore puramente quantitativa che rivelerebbe un’ affinità nel rapporto esistente fra ossigeno e l’azoto dell’aria, e il calcio e l’idrogeno per quanto si riferisce ai processi organici. Sotto l’influsso dell’idrogeno vengono infatti continuamente trasformati il calcio e il potassio in elementi di natura azotata, e alla fine in azoto vero e proprio. L’azoto nato per questa via è di estrema utilità per la crescita delle piante, ma lo si deve lasciar generare per le vie che ho descritte.
L’acido silicico contiene il silicio. Nell’organismo il silicio viene di nuovo trasformato in una sostanza che ha una straordinaria importanza e che per ora non viene ancora annoverata fra gli elementi chimici. Per poter attrarre e usare le forze cosmiche è necessaria la silice, e perciò deve crearsi nella pianta una corretta azione reciproca fra la silice e il potassio e non il calcio. Dobbiamo dunque vivificare il terreno affinché esso stabilisca tale corretta azione reciproca per mezzo della concimazione. Dobbiamo cercare una pianta che, in virtù della propria relazione fra potassio e silice sia in grado di trasmettere questo suo potere al concime, una volta che vi sia stata immessa di nuovo in una specie di dose omeopatica. Questa pianta è senz’altro reperibile, e sotto questo profilo è per se stessa un fattore benefico quando cresce nelle nostre campagne. Si tratta del tarassaco, del dente di leone (soffione). L’innocente e giallo tarassaco è per se stesso straordinariamente benefico per la zone i cui prospera, perché è l’intermediario fra la silice finemente suddivisa in modo omeopatico nel cosmo e la silice richiesta dall’intera zona in cui esso si trova. Il tarassaco è veramente una specie di messaggero-celeste, ma volendo renderlo attivo nel concime, avendone bisogno, lo si deve usare in modo adeguato. Lo si deve naturalmente esporre all’azione della terra proprio nel periodo invernale. Si tratta però ora di utilizzare le forze periferiche, lavorandolo allo stesso modo degli altri preparati.
Raccogliendo quindi le testine gialle del tarassaco, lasciamole appassire un poco, pressiamole e cuciamole poi in una membrana mesenterica di bovino, e mettiamole infine nella terra per tutto l’inverno. Quando poi a primavera si tolgono dalla terra i fiori(che possono essere conservati fino al momento in cui se ne ha bisogno)essi sono effettivamente compenetrati in modo completo da attività cosmica. La sostanza così ottenuta può essere aggiunta al concime nel modo usuale, essa darà al terreno la capacità di attrarre dall’atmosfera e dal cosmo tanta silice quanta è necessaria alla pianta per renderla realmente sensibile verso tutto ciò che agisce dall’ambiente e attrarre a sé per propria attività ciò di cui ha bisogno.
Per poter crescere realmente le piante devono avere una specie di sensibilità. In quanto uomo io potrei passare davanti ad un tipo ottuso senza che egli avverta la mia presenza, e così tutto quanto sta sul e al di sopra del terreno può passare oltre di fronte a una pianta ottusa senza che questa ne avverta la presenza. Essa non lo percepisce e quindi non può usarlo per la propria crescita. Ma se essa viene finemente vivificata e compenetrata dalla silice nella maniera predetta, allora diventa sensibile verso tutto e attira a sé tutto. Si può per altro con facilità indurre la pianta a utilizzare soltanto un piccolo settore dell’ambiente terrestre che la circonda per attirare ciò di cui ha bisogno. Naturalmente questo non è bene. Se però si lavora il terreno come ho detto prima, la pianta diventa capace di attirare da un ambiente più vasto quanto le necessita. Essa si può giovare non solo di quanto esiste sul proprio terreno di coltivazione, ma anche di ciò che sta sul prato vicino,e avendone bisogno è in grado, di giovarsi di quanto esiste nel bosco vicino, purchè essa sia stata prima resa opportunamente sensibile. Mettiamo così in opera un’interazione in seno alla natura per il fatto stesso di somministrare alle piante le forze che vogliamo far loro giungere in questo modo, tramite il tarassaco”
Vorrei far notare che in questi due passi riportati per intero, viene disvelato ciò che è stato nascosto dall’ipotesi ingiustificata del
2° PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA, il principio della conservazione dell’energia, dove si dice in parole povere, che nulla si crea e nulla si distrugge, rimanendo con queste immagini infatti ci è preclusa la possibilità di comprendere ciò che Steiner dice in quei passi, ora riportati. Invece ci viene detto che tutto deve essere distrutto e tutto deve essere ricreato e che questo avviene principalmente nell’uomo, ogni uomo è il luogo, ”la cruna dell’ago”, dove viene per fortuna sconfessato il 2° PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA.
A domani. (fine seconda parte)