Di Francesco D’Agosta, Segretario della Sezione Sicilia Proserpina e Consigliere dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica
Sabato 13 aprile 2024 i soci della Sezione Sicilia Proserpina dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica si sono incontrati a Marina di Ragusa presso l’Azienda Agricola Biodinamica di Econatura Group.
L’incontro inizia con il dissotterramento del cornoletame e la successiva distribuzione agli agricoltori presenti.
Il Dottor Giuseppe Ferraro esegue la cristallizzazione sensibile sul cornoletame con l’aggiunta dell’Argilla nella fase di allestimento, ottenendo l’immagine che segue.
A metà mattinata si è svolta l’assemblea della Sezione, nel corso della quale il segretario relaziona sull’attività dell’anno precedente e sulle novità del movimento biodinamico in Italia. Viene discussa la programmazione delle attività per il 2024.
Viene poi discussa la Settima conferenza Koberwitz, 15 giugno 1924.
Gli elementi chiave di questa conferenza sono:
Intime azioni naturali reciproche: relazioni fra agricoltura, frutticoltura e allevamento del bestiame.
L’albero nell’economia complessiva della natura.
Piante erbacee e cereali.
Il cambio.
L’odore delle piante basse e l’odore degli alberi.
L’essenza della radice.
Affinità fra piante e mondo degli insetti.
I lombrichi.
Il mondo degli uccelli.
Nessi reciproci fra boschi, campi e prati.
La regolazione del bosco.
Affinità interiore fra arbusti e mammiferi.
Intimi nessi fra i funghi e il mondo degli animali inferiori.
Nessi di reciprocità fra mondo vegetale e mondo animale.
Dare e ricevere nell’ambito della natura.
L’elemento principale della settima conferenza è la relazione tra la pianta e l’animale. R. Steiner prima riassume le componenti dell’Organismo Agricolo. Ci dice che mettendo più cose si produce meno che mettendo meno cose. Riempire il terreno di piante che non siano in armonia tra di loro crea un problema tra le piante che di conseguenza producono meno. Introduce un concetto, con una parola fondamentale “NESSO”; quando studiamo le piante e gli animali dobbiamo superare il “cosa” e arrivare al “come” al “perché” e al “chi”. Noi abbiamo ben chiaro il “cosa” ed anche il “come” perché stiamo attenti a come sistemare le “cose”; sul “perché” del processo siamo comandati dalle leggi economiche e qui sarebbe importante riconoscere il sistema spirituale di forze ed entità che discente dalla pianta e dall’animale. Questo sarebbe il livello per portare il pensiero allo spirito santo (parola latina che significa distribuito e presente in tutte le cose).
La prima coscienza superiore è la coscienza immaginativa. Steiner accenna al rapporto stretto che c’è tra il frutteto ed il bosco. Quando noi cogliamo l’essenziale di una cosa e poi cogliamo l’essenziale di un’altra, possiamo arrivare alla coscienza superiore che li collega nella loro connessione, il “NESSO”. Questa è la coscienza ispirativa e della terapeuta. Così sappiamo ad esempio per un animale quale deve essere l’alimentazione giusta da dare e per una pianta quale deve essere la concimazione corretta.
Steiner inizia a parlare di connessioni e di nessi per stabilire il giusto rapporto tra la pianta e l’animale. La vita è un’espressione dell’amore evolutivo, in cui bisogna ragionare in espansioni di forze di amore; anche la relazione pianta con pianta e terreno e animale vanno visti in una relazione di amore. Il nostro io anziché partire dalla testa, parte dal cuore.
Al 31° capoverso Steiner pone una domanda “ma che cos’è un animale?” sembrerebbe una domanda retorica, ma bisogna capire come Steiner pone la domanda. Le parole esatte sono “la relazione tra il mondo vegetale e un animale”. Il mondo vegetale lo vede come un insieme, mentre l’animale lo vede come un singolo. Perché fa questa distinzione? Incomincia un principio di coscienza superiore; mentre la pianta vive molto di più in uno stato di coscienza di gruppo. L’animale al suo interno ha gli organi, così come nell’uomo. Ma mentre nell’animale questi organi sono come i terminali di forze cosmiche, nell’uomo sono anche dei centri di coscienza. La pianta non ha organi interni; gli organi della pianta sono nelle forze formative, nel cosmo. L’animale li ha in sé, ma non sono portatori di coscienza. Quindi, l’animale prende in se una parte del cosmo; mentre nell’uomo entrano queste forze del cosmo e si manifestano come coscienza.
Questo ci porta a ragionare sulla Polarità della pianta e dell’animale, in cui il rapporto principale è l’alimentazione. Per comprendere l’essenza dell’alimentazione bisogna avere ben chiaro a cosa corrisponde il mondo vegetale ed il mondo animale. Diversamente si farebbe come il chimico che prende una sostanza e la utilizza, non guardando l’origine.
L’animale dobbiamo comprenderlo con il rapporto tra l’ambiente e la natura, con l’aspetto solare che agisce sul muso, entrando come un vortice e l’aspetto lunare che entra dalla coda. Abbiamo questa polarità nell’animale così come l’abbiamo nella pianta tra radice, foglie e frutto.
Steiner dice che l’animale è il captatore di aria e calore. Il calore che entra in lui andrà a formare soprattutto le ossa ed entrerà per il muso; mentre l’aria entrerà per la coda e produrrà il sistema muscolare e questo vale anche per l’uomo. Quello che invece l’animale non assorbe direttamente è la terra e l’acqua. Quindi, calore ed aria li assorbe direttamente, mentre terra e acqua li dobbiamo dare e si capisce che terra e acqua vuol dire pianta. La pianta è il completamento dell’animale. L’animale può prendere anche qualche sostanza dall’aria con un processo di compensazione omeopatico dall’aria, anche se non è sufficiente.
Tornando al rapporto tra pianta e l’animale, la pianta è il completamento dell’animale, il quale si collega alla vita diffusa; mentre la pianta non ha questa capacità di collegarsi direttamente alla vita diffusa, anche se alcune piante hanno questa capacità; le piante con le spine e che crescono in aree aride e le spighe del frumento. Le spine sono delle antenne per ricevere le forze cosmiche.
L’animale è un essere che vive in se stesso e vive in questo assorbimento di aria e calore. Steiner dice che tutto l’ambiente che circonda l’animale viene assorbito e questo primariamente entra per il muso, creando le ossa ed il sistema nervoso. Mentre l’aria forma i muscoli entrando dalla coda.
L’animale è incapace di lavorare direttamente terra e acqua. Quindi, abbiamo due tipi di alimentazione, cosmica e terrestre. Attraverso l’alimentazione cosmica, calore e aria formano le ossa e il sistema nervoso; mentre l’alimentazione terrestre viene masticata, arricchita dalla saliva, quindi la terra diventa acqua e poi scende; questo arriverà sino all’intestino. Una parte passa la membrana intestinale, come etere di calore; quando arriva nei reni si arricchisce dell’etere di luce, nel fegato con l’etere del chimismo e poi il cuore, il collo, l’osso tlantideo e lì abbiamo il rovesciamento, la componente eterica entra nella manifestazione fisica e abbiamo il cervello e capo. Questo vale anche per l’uomo.
Quindi, la testa è figlia dell’alimentazione terrestre; dal collo in giù siamo figli della nutrizione cosmica. Se l’alimentazione è di buona qualità, avrò un cervello di buona qualità. Quando la nutrizione cosmica entra nell’animale; nelle corna viene condensata e deve essere presa e preparata sul rovesciamento e scendere per sostenere il corpo. Quindi, questa corrente cosmica arriva verso il collo e qui c’è il rovesciamento della condensazione e abbiamo il copro. L’alimentazione materiale serve ad avere una testa che funziona bene. Se il sistema nervoso funziona bene, l’animale sarà bravo a captare la corrente cosmica che scende e rovesciandosi in materia.
Tutto questo vale per l’uomo con l’aggiunta dello stato di coscienza.
Nell’animale abbiamo gli zoccoli da cui salgono le forze terrestri legati al calcare.
Le forze cosmiche legati alla Silice entrano nell’animale attraverso il calore nel muso e l’aria attraverso la coda.
Le corna e gli zoccoli sono porte per fare entrare le forze terrestri e sono porte di scarico se ci sono troppe forze terrestri nell’animale. Se l’animale ha una cattiva alimentazione, ricca di proteine per far produrre tanto, crea uno scarico nello zoccolo, il quale si ammala (esempio l’Afta Epizootica) colpendo anche la bocca. Quindi, queste porte lavorano in tutte e due le direzioni.
Steiner dice che qualcosa del genere dovrebbe succedere anche nella pianta, lavorando anche il calore.
Nella pianta abbiamo un rovesciamento rispetto all’animale. La pianta elimina aria e calore della terra; l’aria ed il calore esterni entrano in sintonia con l’aria ed il calore della pianta, questa fiorisce e matura.
Nella parte bassa abbiamo terra e acqua, dove avviene questo gesto puramente eterico di espansione della pianta, eliminando aria e calore e dall’esterno entra quello cosmico con un gesto animico. L’insieme di questi due gesti (eterico e animico) crea l’equilibrio, l’armonia. Nella pianta con la linfa ascendente che è figlia dell’humus, abbiamo questo dono di aria e calore, l’ambiente esterno risponde donando aria e calore cosmico e abbiamo la linfa discendente e la fioritura. Il calore è più alto e collega quelle lontananze cosmiche da cui abbiamo la fruttificazione che avviene attraverso la forza del calore.
Aria e Calore terrestre sono legati al Calcare, salendo abbiamo terra e acqua nella pianta con l’humus, si sale abbiamo la parte verde della pianta con la linfa ascendente legata a terra e acqua, in alto abbiamo l’aria ed il calore della pianta che escono e chiamando dall’esterno aria e calore diffusi, questi legati alla Silice. Da questo si comprende come il 501 (cornosilice) sostiene la parte di sopra, mentre il 500 (cornoletame) sostiene la parte di sotto.
Quindi, la pianta manifesta il dono dell’amore, mentre l’animale è chiuso in se stesso. Il compito dell’uomo agricoltore è quello di aiutare la pianta in questo gesto del dono, anche attraverso i preparati da cumulo. Steiner dice “la pianta da e vive grazie alla possibilità di dare”.
Il Dott. Giuseppe Ferraro illustra la frazione argillosa a cura del Dott. Andrea Baglieri docente della Facoltà di Scienze Agrarie di Catania
“L’argilla è una componente inorganica che si trova naturalmente nella maggior parte dei suoli. Chimicamente, le argille sono alluminosilicati [Al4Si4O10(OH)8] che presentano cariche negative in superficie. Essa è costituita da particelle di piccole dimensioni, con diametri inferiori a 0,002 mm. Per questo motivo, i suoli argillosi sono considerati a tessitura fine; i limi, a tessitura media; e le sabbie, a tessitura grossolana. Poiché le particelle di argilla sono così piccole, l’argilla pura ha almeno 1000 volte più superficie esterna – a parità di peso – rispetto alla sabbia grossolana ed avendo cariche negative possono attrarre e trattenere ioni carichi positivamente. Questa caratteristica è importante perché molti ioni positivamente carichi sono nutrienti per le piante, come calcio, ioni ammonio, magnesio e potassio.
La capacità di un suolo di trattenere e immagazzinare ioni positivi è nota come capacità di scambio cationico (CSC). I suoli con alta CSC trattengono più nutrienti e ne perdono meno quando le precipitazioni li attraversano. Più argilla ha un suolo, maggiore è la sua CSC, di contro i suoli sabbiosi presentano valori bassi di CSC, conseguentemente trattengono pochi nutrienti e li perdono facilmente mentre l’acqua si muove attraverso il suolo. L’argilla agisce come un agente legante tra le particelle del suolo. Conferisce elasticità al suolo e fornisce coesione alle particelle del suolo. Il risultato è una rete di pori capillari che trattiene l’umidità contro la forza di gravità. Il contenuto di umidità di un suolo dopo che la gravità ha rimosso l’acqua in eccesso è chiamato capacità di campo. Il contenuto di umidità al quale le piante appassiscono è chiamato punto di appassimento. Il contenuto di umidità della sabbia alla capacità di campo e al punto di appassimento è molto più basso rispetto al suolo argilloso.
La frazione argillosa nei suoli agrari gioca un ruolo fondamentale nell’agricoltura e più in generale nella salute del terreno. Infatti, la presenza di argilla conferisce ai suoli una serie di proprietà che favoriscono la crescita delle colture: 1) fornendo alle piante gli elementi necessari per una crescita sana e vigorosa; 2) favorendo lo sviluppo delle radici delle piante e prevenendo la compattazione del suolo, che potrebbe compromettere la crescita delle colture; 3) riducendo il rischio di erosione del suolo e la perdita di nutrienti attraverso il dilavamento; 4) favorendo una migliore resistenza agli impatti negativi delle pratiche agricole intensive.
In conclusione, la frazione argillosa rappresenta un componente vitale dei suoli agrari, contribuendo alla loro fertilità, struttura e sostenibilità. Proteggere e valorizzare questa componente del suolo è essenziale per garantire il successo dell’agricoltura e la salute dell’ambiente.”