di Gianni Catellani
Perché l’agricoltura biodinamica si presenta e si presenterà per molto ancora come una novità nonostante sia partito l’impulso culturale, come pure l’applicazione pratica, già dal lontano 1924 ?
Perché il metodo non consiste in una sommatoria di regole da applicare. Sì, vi sono contenute norme minime da rispettare per poter avere il diritto a certificare il prodotto verso il consumatore con il marchio “demeter”, ma la forza motrice, durevole nel tempo, dell’attività agricola biodinamica, la forza che tiene in flusso tutti i processi del vivente e i loro rapporti, la Forza che sta al vertice della Natura agricola è l’Uomo.
Un uomo in un continuo cammino evolutivo di sviluppo del proprio sé superiore, un uomo che vuol conoscere sé stesso nei suoi più profondi sostrati materiali e spirituali, un uomo così che può ora superare dogmi e tradizioni, superare le forze che lo tengono legato al passato, rivolgere lo sguardo in avanti e andare oltre, diventare creativo con le forze della virtù che si sviluppa dall’indagine conoscitiva materiale e spirituale di sé e del mondo.
Non semplicemente la Luna esteriore è la forza che devo seguire, ma il “processo Luna” di cui mi approprio conoscitivamente e che faccio agire da dentro creativamente; non una “pianta naturale” devo coltivare, ma una pianta che ad opera della sapienza e capacità umane trasmuta da naturale a “gentile”, a “creazione umana”, una pianta che sempre più è “figlia dell’uomo” non della sola Natura.
L’uomo moderno è emerso dalla storia con tutta la sua individualità, la sua egoità, sviluppa scienza e tecnologia al punto da sentirsi una “potenza”, perché veramente tale è diventato e ciò merita rispetto e ammirazione, ma, come cellula liberata, o questa sua potenza si estrinseca in armonia con le leggi che governano il macrorganismo, di cui essa fa parte o, come sta succedendo, la disarmonica libera cellula uomo diventa la più grave malattia tumorale del suo corpo planetario.
L’antroposofia, fondamento culturale della Biodinamica, è un elevatissimo dono spirituale che aiuta l’uomo, in questo contesto, a percepirsi appartenente all’intero organismo terrestre e a indagare le forze plasmatrici soprasensibili che sorreggono la vita.
Agire creativamente in armonia con le forze spirituali creatrici dell’Universo e dell’uomo, diventare consapevoli di essere posti al vertice della natura, significa percepire che “la Natura geme attendendo che l’Uomo l’adotti”, attendendo che l’uomo diventi il suo libero e necessario accuditore, il suo signore. La Terra, adottata da uomini in cammino verso una meta superiore, irradia nel Cosmo una luce nuova.
Dal grande Evento del Golgota, principio di nuova luce, l’uomo che si unisce a questo irradiare costituisce la nuova “forza solare” di cui la Natura ha bisogno, di cui l’agricoltura, le piante necessitano per la loro evoluzione e per produrre sostanze e forze alimentari nuove. Essa ha il suo fondamento nell’uomo che crea con la forza volitiva di un pensiero che non si sviluppa dalla sola indagine del sensibile, che lo farebbe intristire, ma che si sviluppa dalle forze spirituali archetipiche che stanno alla base della “Creazione”. Pensiero che sale dal profondo dell’Universo e metamorfosa, attraverso la volontà, nell’opera d’arte umana, in luce per i posteri.
Ecco la novità, che continuamente si rinnova, dell’Agricoltura biodinamica: è calore, è conoscenza creativa, è umano sole all’alba, che nella forza di ascesa scioglie il gelo delle astrazioni del “caso”, l’immobilismo dei dogmi, la legge dell’entropia; per la Terra in divenire è nuova sorgente di vita,è speranza.
L’Agricoltura Biodinamica, le cui fondamenta culturali sono l’Antroposofia, non si contrappone all’agricoltura convenzionale moderna, riconosce anzi in essa l’impulso propulsore con cui si accomuna: la professionalità, l’arte agronomica non più sorretta dalla tradizione ma da solide basi conoscitive scientifiche. Si propone quindi come contributo ben allineato allo spirito di questo tempo di civiltà, ma chi lo conosce è ben consapevole che l’integrazione è ostica, in quanto è rivolta ad uno sviluppo scientifico attuale piuttosto unilaterale.
L’Antroposofia è la scienza che affronta le compagini spirituali degli esseri di natura, i principi ordinatori, plasmatori attivi che elevano la materia informe in esseri ordinati e vivi, dal cristallo al vegetale all’animale all’uomo; è la scienza che accosta al possente studio evolutivo darwiniano e kantiano lo studio evolutivo spirituale dell’uomo e della terra goetheano e steineriano.
L’Agricoltura Biodinamica indica l’Uomo come coronamento della creazione, un vertice d’arrivo; questo “vertice cosciente” metamorfosa a nuovo la Natura, opera di Dio, in opera d’arte d’umano sole. Il processo chiaramente è solo all’inizio e presenta la sua bellezza in una difficoltà estrema di procedimento pionieristico.
Per l’agricoltore biodinamico il terreno è un substrato vivente, l’azienda intera è vista come un organismo vivente, come un Essere che, a similitudine dell’uomo, ne vanno conosciuti i suoi, seppur grossolani, tre grandi apparati: nervoso (radicale, terroso, acqueo), ricambio (fiore, frutto, animali, calore), circolatorio / respiratorio (foglia, luce). Egli adotta metodologie armoniche con la vita di questo essere, con le leggi del vivente, con le leggi cosmiche. La vita si perpetua con la vita, il minerale è un sedimento. Solo fertilizzanti vegetali e animali, opportunamente governati, possono mettere in flusso la vita nella materia inerte per elevarla allo stadio di humus. Tutto il processo però può ricevere un reale impulso di vita, un impulso di calore che superi la morte entropica solo da una sapiente guida dell’Uomo.
L’uomo studia i processi rizosferici, fotosintetici, di accrescimento, forma e metamorfosi e interviene per guidarli alla propria meta: ambiente e alimenti sani e vitali. Sono ideali che non possono più aleggiare solo nelle teste, ma devono scendere nella pratica, assurgere a ideali morali.
Essi riconducono il “libero uomo” a unità coi tre Regni e con il Cosmo, perché sviluppano verso questi un verace interesse, un sentimento elevato d’amore e quindi nuove e più coscienti forze d’azione, forze che sole possono portare ad unione vivente l’attuale esasperata contrapposizione uomo – natura e sconfiggere la grave malattia planetaria che è seguita a questa contrapposizione;forze che stanno alla base dell’Agricoltura Biodinamica, forze che devono diventare patrimonio dell’Agricoltura, che superino le distinzioni metodologiche.
L’agricoltore, che nella sua attività sviluppa un’alta e peculiare professionalità, costituisce per l’organismo aziendale l’Io, creatore di nuova vita, nucleo essenziale col quale l’azienda raggiunge quella pienezza che non si ottiene applicando solo tecnicamente i disciplinari di produzione ed i preparati biodinamici. Quando si afferma che le piante sottostanno interamene alle azioni del Cosmo, dobbiamo capire che oggi il Cosmo attivo emana dall’Uomo, che dall’Evento del Golgota in poi lo incarna sempre più nella sua interiorità. Da fuori agiscono come inerzia solo le antiche forze cosmiche, da dentro possono agire, quando l’uomo vuole, le nuove forze cosmiche, le forze del Cristo, della professionalità, forze che diventano veramente attive quando fra uomo e uomo inizia una superiore cooperazione.
Dall’abisso delle forze egoiche e solitarie del singolo, indispensabile tappa evolutiva umana ma disastrosa per il Pianeta se non superata, si assurge alle nuove forze altruistiche collaboranti, di comunità aziendali fraterne.
Agricoltori biodinamici unitevi, cooperate, crescete nello sforzo di incontro con l’Altro; e sperimentate un nuovo rapporto col denaro in tali imprese! Le forze di separazione, di giudizio, di emarginazione oggi sono potenti, perverse e anticristiche, attenzione a non soccombere nella loro tenebra. Il nuovo Sole è nelle disponibili forze del Cristo che ognuno può estrarre dal proprio cuore quando vuole unirsi con l’altro, per collaborare e nulla pretendere.
Testo gentilmente segnalato da Karin Mecozzi, tratto dal sito www.cadellerose.org