Navdanya è un’organizzazione fondata nel 1984 da Vandana Shiva in India; consiste in una rete di produttori biologici e custodi di sementi in 16 stati, la Navdanya Biodiversity Connservation Farm a Dahradun e l’Università della Terra. Navdanya promuove un nuovo paradigma agricolo ed economico, una cultura del ‘cibo come salute’, in cui la responsabilità ecologica e la giustizia economica prendono il posto dell’avidità, del consumismo e della concorrenza, che dominano la società attuale. Nel 2011, è stata creata Navdanya International in Italia, con sede a Firenze, allo scopo di sostenere la missione di Navdanya a livello internazionale. Fra gli obiettivi dell’organizzazione, ci sono la protezione della natura e della biodiversità, la difesa delle culture e delle conoscenze indigene e tradizionali, la difesa del diritto dei consumatori ad un’alimentazione sana e libera da veleni, la tutela del diritto degli agricoltori e dei cittadini comuni di conservare, scambiare, coltivare e selezionare liberamente i semi. Le campagne internazionali, il coordinamento di incontri, dibattiti e conferenze e le campagne politiche di Navdanya International sono incentrate sull’analisi del contesto dei sistemi agro-alimentari e del loro stretto legame con le condizioni del suolo, della biodiversità e degli ecosistemi, con la resilienza climatica e la giustizia sociale.
L’Associazione per l’Agricoltura biodinamica, fondata nel 1947, è la prima organizzazione del biologico in Italia. Si tratta di una libera organizzazione per la difesa degli agricoltori, di quelle che la Dichiarazione ONU dei diritti delle popolazioni rurali indica agli Stati come soggetto di protezione. Opera per una corretta applicazione e divulgazione del metodo biodinamico esposto dallo scienziato, pedagogo e filosofo Rudolf Steiner. L’Associazione porta un rinnovamento e un progresso nell’agricoltura per favorire la tutela dell’ambiente, il miglioramento dell’equilibrio ecologico, l’aumento armonico della vitalità della terra, la valorizzazione degli aspetti nutrizionali dei prodotti agricoli e la salvaguardia della capacità riproduttiva delle piante e degli animali. L’approccio biodinamico consente di governare l’azienda agricola come organismo agricolo a ciclo chiuso fino a farla evolvere in vera e propria individualità agricola con tecniche e sostanze naturali provenienti dal suo interno. L’Associazione promuove un modello sociale ed economico più idoneo a consentire lo sviluppo di una sana agricoltura e alimentazione per l’uomo poiché salute ambientale, sociale ed economica portano ad una salutogenesi. L’associazione opera nel campo della formazione, divulgazione e ricerca, organizza convegni tra gli agricoltori e iniziative culturali rivolte a tutta la cittadinanza. Sul territorio nazionale ha sedi regionali, fa parte di una rete internazionale di associazioni biodinamiche.
Introduzione
La questione del rapporto con il nostro mondo, che il libro “Dall’avidità alla cura” di Vandana Shiva pone, è urgente. Il modello produttivo e sociale avido che consuma ambienti e vite ha mostrato le catastrofi di cui è capace. Nonostante questo non si diffondono ancora, nelle politiche, i nuovi approcci di cura del mondo e dei suoi esseri.
Il passaggio a un’economia dell’amore diventa però necessario. Fino ad oggi ci hanno convinto che l’economia si rafforzi con la concorrenza, con l’istinto egoistico dei singoli, una guerra del prevalere degli uni sugli altri che misteriosamente farebbe arricchire le nazioni. In realtà questa ricchezza si è fondata sul consumo di risorse non rinnovabili e sullo sfruttamento. Abbiamo trascurato che è proprio la solidarietà il motore dell’economia e dobbiamo invece diventarne consapevoli.
Ciascuno di noi, nella vita economica, si muove nella fiducia dell’altro. Per la quasi totalità noi esseri umani non seminiamo, non raccogliamo, eppure mangiamo perché siamo stati fiduciosi che qualcun altro lo fa per noi. Un contadino fa questo per noi. Lo sappiamo, lo diamo per scontato, ma non coscientemente. L’essere umano che comprende coscientemente la divisione del lavoro, vive nella fiducia e nell’amore dell’altro. Un’economia dell’amore diviene consapevole di questo e vuole prendersi cura di chi gli offre il cibo. Non vuole sfruttare l’altro, le risorse, le vite. Si tratta di una rivoluzione indispensabile se vogliamo davvero abbracciare un programma di sostenibilità.
Quanti di noi si fanno carico di questa importante missione dell’umanità rischiano in proprio e spesso pagano un caro prezzo. Hanno bisogno di quella stessa cura da tutti noi. Senza di essa la stessa libertà è a rischio.
Per la rivoluzione sostenibile è fondamentale la libertà del mondo agricolo e il supporto di una ricerca scientifica libera per individuare soluzioni agronomiche sostenibili che preservano e aumentano la fertilità del suolo e la biodiversità. Il contadino non solo deve poter coltivare secondo le sue propensioni, libero da condizionamenti e violenze. Deve soprattutto poter ricreare il mondo. Con la sua azione libera l’agricoltura concepisce paesaggi ed economie nuovi. Con la cura amorevole non solo non distrugge il pianeta, nemmeno si limita a conservare l’esistente, ma può dare vita a nuove realtà: migliora i suoli, i corsi delle acque, la vita animale e vegetale, fa sorgere comunità umane.
Questa libertà creatrice è oggi minacciata dall’omologazione e dalla normativa costruita per sostenere un modello agricolo estrattivo e iper-produttivo che mette al margine gli agricoltori dopo averne depredato le ricchezze.
L’agricoltura biodinamica, sperimentata dagli agricoltori da quasi un secolo, rappresenta un’opportunità concreta di agricoltura sostenibile, è un metodo innovativo che a partire da evidenze pratiche ha ricercato e trovato nel tempo evidenze scientifiche utili a promuoverla ulteriormente.
A indicarci il futuro dei nostri sistemi alimentari e agricoli sono i piccoli agricoltori, le comunità locali e gli orticoltori che stanno già attivando sui territori pratiche agroecologiche rigenerative, economie circolari e filiere corte. Dobbiamo favorire un cambiamento di paradigma olistico in cui la biodiversità torni ad essere centrale.
Navdanya International e l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica ritengono fondamentale il principio di cura per il futuro del pianeta. Per questo è tempo che gli agricoltori vengano in soccorso l’un l’altro, si tengono per mano, poiché questa cura reciproca è la loro stessa forza. Le due organizzazioni vogliono essere d’esempio e tendere la mano ad altre organizzazioni agricole, nei diversi metodi e fini, affinché l’economia della cura emerga sull’avidità.
Noi, Navdanya International e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, mano per mano, chiamiamo tutti gli agricoltori che vogliono questa liberazione e ci impegniamo insieme nel fare la nostra parte per co-progettare il futuro di cura del pianeta.
Obiettivi
Gli obiettivi principali sono:
- Facilitare la condivisione della conoscenza ed esperienza e l’aiuto reciproco delle parti;
- Accogliere altri movimenti, associazioni e organizzazioni della società civile a questa rete di cooperazione e formare una massa critica per un sistema agroalimentare basato sull’agroecologia e la democrazia alimentare.
Firenze, 8 giugno 2022
Navdanya International
Vandana Shiva, Presidente
Associazione per l’Agricoltura Biodinamica
Carlo Triarico, Presidente
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