Le piante medicinali nel corso dell’anno
Per una volta l’ articolo dedicato alle piante nel corso dell’ anno viene messo sul sito.
L’ autrice, Karin Mecozzi da anni publica i suoi scritti su BI Odinamica, bollettino bimestrale dell’ associazione biodinamica, con il notiziario Demeter.
Il numero di gennaio/febbrio, infatti, è quasi completamente dedicato ai convegni che si sono svolti in Italia – a Bologna il 18 novembre, in collaborazione con FAI e WWF: “S.O.S. Agricoltura – Agricoltura, paesaggio e ambiente: un destino comune”; dal 18 al 21 novembre presso la fattoria La Vialla, Castiglion Fibocchi in Toscana: “S.O.S. Agricoltura –
Un’agricoltura diversa per il futuro. L’agricoltura biodinamica: proposte ed esperienze. Agricoltura e paesaggio, fertilità del suolo, biodiversità, qualità dei prodotti”, dal 21 al 22 novembre, a Bolzano, organizzato dalla sezione Alto Adige: “Convegno nazionale di frutticoltura biodinamica”. Se questi temi vi interessano, iscrivetevi all’ Associazione Biodinamica, riceverete il bollettino gratuitamente, insieme al calendario 2011 di Maria Thun.
La valeriana (Valeriana officinalis) è una pianta pluriennale della famiglia delle Valerianaceae e cresce in tutto l’emisfero settentrionale. Predilige un clima fresco, le sponde di fiumi e torrenti, prati umidi e pascoli, terreni ricchi di humus non troppo pesanti. Appartengono alla stessa famiglia la Valeriana montana, una specie più piccola, la spica (Valeriana celtica), che cresce solo ad alta quota e ha un profumo delizioso, e il centranto (Kenthranthus ruber) o valeriana rossa, largamente diffusa sull’Appennino e lungo le cose del Mediterraneo. Nel primo anno la pianta di valeriana forma una piccola radice a fittone e molte foglie, a mo’ di cespo. Resta vicina al suolo, non si innalza e non forma fiori. Resiste anche a temperature molto basse. Nel secondo anno di vita, dalla radice principale spuntano numerosi rizomi laterali che assomigliano a dita, e rizomi capillari che si diffondono nelle profondità del suolo, garantendo alla pianta l’approvvigionamento di acqua. La radice centrale subisce una metamorfosi anche verso l’alto, formando la parte iniziale del fusto. Lungo il fusto solcato compaiono le foglie color verde scuro, imparopennate, prima picciolate poi sessili. L’infiorescenza a corimbo si apre a giugno attirando gli insetti con il suo profumo dolce. Quando i fiori crescono al sole diventano rosacei o rosa scuri e possono essere confusi con l’eupatorio (Eupatorium cannabinum), che però si schiude più tardi. Nei luoghi ombrosi i fiori di valeriana diventano bianchi come la neve. I semi sono dotati di ombrellini e il vento li porta in ogni dove. Alla fine dell’estate la parte aerea della pianta muore. In primavera dalla pianta madre spuntano le foglie nuove. La valeriana può raggiungere un’altezza di due metri. I fiori bianchi e rosati sugli steli eretti ondeggiano nel vento, lungo i corsi d’acqua e sui prati montani, e sembrano sospesi. Per allestire il “ preparato di valeriana” , uno dei preparati biodinamici da cumulo, nella nostra sezione biodinamica* , ogni anno raccogliamo i fiori di valeriana in una valletta dell’Appennino centrale. Una volta notammo che mancavano i capolini, le piante erano mangiucchiate solo in cima. Poco dopo vedemmo una vacca, una bianchissima marchigiana, in mezzo al greto del torrente, che strappava i fiori appena sbocciati della valeriana!
Raccolta, coltivazione e il preparato biodinamico da cumulo
In molti paesi europei la cosiddetta “ valeriana vera” è una pianta protetta. In Italia la droga (radice e infiorescenza) può essere venduta solo in farmacia. Si raccoglie in autunno estraendo i rizomi. Si puliscono bene, si tagliano a fette e si essiccano lentamente a 60°C. E’ importante seccare molto bene le radici per evitare il rischio di muffe. In estate si raccolgono i fiori e si essiccano in un luogo ombreggiato e ventilato. In alcune regioni si raccolgono anche le giovani foglie, si tagliano finemente e si aggiungono alle insalate e alle frittate di primavera. La valeriana viene moltiplicata sia per divisione dei cespi, sia per seme.
Le piante di valeriana, alte ed eleganti, abbelliscono l’orto di casa, l’angolo delle aromatiche e i luoghi umidi del giardino. Si possono anche tenere in vaso, sul terrazzo, scegliendo un angolo non troppo assolato e bagnando regolarmente. In agricoltura biodinamica si usa il succo fresco dei fiori di valeriana per allestire il preparato da cumulo “ 507” . Si spruzza sul cumulo di letame dopo aver inserito gli altri preparati (camomilla, achillea, quercia, ortica e tarassaco).
Nel “ Corso di agricoltura” (Impulsi scientifico spirituali per il progresso dell’agricoltura, Rudolf Steiner, Editrice Antroposofica, Milano) Rudolf Steiner spiega che la valeriana “ insegna al letame compostato il giusto rapporto con il fosforo” .
Il preparato di valeriana crea un involucro intorno al cumulo di letame, favorendo la decomposizione della sostanza organica. In questo modo si ottiene un vero e proprio “ concime vitale” che nutre il terreno agricolo, rendendolo più sensibile agli influssi cosmici. Al contrario, i concimi minerali rendono il terreno insensibile poiché rilasciano solo sali, non sostanze viventi. Ciò che cresce su terreni concimati con prodotti minerali – cereali, verdure, frutta o piante officinali – acquisisce una struttura altrettanto minerale e in un certo senso meno vivente; non nutrono l’uomo ma lo rendono insensibile al cosmo, più pesante. Per rendersi conto dell’azione dei concimi, basta osservare i grandi campi arati a fine estate, dopo le prime piogge. I terreni concimati con prodotti minerali si dilavano immediatamente, diventano privi di vita. Si formano zone erose, calanchi che lasciano un’impronta duratura sul paesaggio intero. I terreni coltivati con il metodo biodinamico, invece, non perdono vitalità dopo le coltivazioni e mostrano una struttura glomerulare e la presenza di humus e microrganismi.
Quando piove non si dilavano e l’acqua viene assorbita dal suolo. I campi si inseriscono armonicamente nel paesaggio rispecchiando il lavoro dell’uomo. Secondo la conoscenza antroposofica della natura, la valeriana ha uno stretto legame con l’elemento del calore e il pianeta Saturno. I frutticoltori si avvalgono della sua azione riscaldante e protettiva irrorando il preparato 507 sulle coltivazioni, anche come prevenzione, per difendere la fioritura da gelate tardive. La valeriana protegge i fiori appena dischiusi e la pianta intera con il suo manto di calore.
“Con la valeriana, l’origano selvatico e l’aneto ogni strega perde i suoi poteri!”
Secondo la tradizione, la valeriana è una delle erbe più potenti usate in magia. In Boemia si faceva il bagno ai neonati con acqua e decotto di valeriana per proteggerli dalle epidemie e rafforzarli. Le radici venivano infilate su corde di canapa e appese sull’uscio contro demoni e streghe. Il nome botanico della valeriana proviene dal verbo latino “ valere” , “ essere forti e sani, avere valore” . Nell’antico Egitto, estratti di valeriana servivano a curare i morsi dello scorpione e per imbalsamare le salme, i greci utilizzavano l’infuso di valeriana come afrodisiaco. In Giappone, in Siberia e in Asia minore sono stati ritrovati testi in cui si descrivono le qualità magiche della pianta. La forma elegante del fusto e del fiore e le radici simili a dita comparivano come decorazioni sulle tovaglie e sui mobili. In Ungheria si ungeva l’amo con l’olio di valeriana per attirare le trote. E’ ben noto ancora oggi l’effetto della valeriana sui gatti. Quando sentono il suo profumo ne sono subito attirati, si rotolano sui cespi. Per insegnare ai gattini ad usare la lettiera basta spargere qualche goccia di tintura di valeriana sulla sabbia, e vi andranno immediatamente.
La valeriana come pianta medicinale oggi
Per avvicinarsi a ciò che caratterizza la valeriana come pianta medicinale, per conoscere la sua essenza e le proprietà curative non si possono considerare solo i componenti chimici e la loro azione farmaceutica. Si guarda alla pianta nel suo insieme, si cerca di entrare in dialogo con il suo particolare modo di essere. Si osserva lo sviluppo dal germoglio al fiore, le sue connessioni con altri esseri viventi, il rapporto con il corso dell’anno, con le sostanze minerali e il luogo. Si consultano i miti e i racconti tradizionali e si confrontano i simboli e le immagini antiche. In questo modo, nella nostra interiorità può sorgere il sentore della vera essenza della pianta. Per esercitare un’osservazione più approfondita, di fronte a un luogo in cui crescono degli esemplari di valeriana possiamo chiederci: come sono questi luoghi? Come si colloca la pianta nell’ambiente circostante? Come si rapporta con gli altri elementi? Si nota che la pianta ama le zone di confine in cui dall’oscurità di una siepe si passa alla luminosità del prato. Cresce sulla sponda del torrente, quasi tra i sassi, non lontano dall’acqua, un po’ al riparo dalla luce piena, o anche sullo sfondo ombroso degli abeti, laddove inizia l’erba alta del prato di montagna. La valeriana si sviluppa volentieri in luoghi come questi. I suoi fiori illuminano il buio, i fusti si ergono diritti nel vento. Un altro aspetto caratterizza la valeriana. Essa raggiunge il suo pieno sviluppo non prima del secondo anno di vita. Nel primo anno si concentra sulla formazione di un’unica radice e del cespo fogliare, nel secondo cresce verso l’alto e giunge alla fioritura. Ciò la rende diversa rispetto a molte altre piante fiorite, perseverante e complessa nella sua formazione. Ha bisogno del ritmo delle stagioni, vegeta vivacemente nel periodo mite, si ritrae e si differenzia sotto terra in inverno. Ogni anno ripete gli stessi gesti formando stoloni e piante laterali e può vivere diversi anni. Il legame con i luoghi di confine, di passaggio dall’ombra alla luce e all’aria, il fatto che illumini zone oscure, l’alternarsi dello sviluppo tra parte aerea e sotterranea, e, infine, la necessità di morire completamente nella parte superiore e ritirarsi in quella inferiore nel suolo, dove la radice diventa medicinale, sono aspetti importanti che rivelano il modo in cui si può usare come rimedio. Come antica pianta magica è sempre stata utilizzata per rischiarare l’aura dell’uomo tenendo lontani spiriti e demoni, peste e malattia. Anche l’epilessia, i crampi, le congestioni rientravano nelle indicazioni. Nell’ultimo secolo l’azione calmante fu studiata a fondo e si tentò di isolare i principi attivi per produrre sonniferi. La valeriana accompagna l’uomo dal giorno alla notte, aiuta a trovare la calma, a lasciarsi andare al sonno. L’azione rilassante della valeriana sul sistema nervoso e sensoriale, sull’intero organismo è preziosa. Può essere impiegata nei disturbi nervosi della pelle, per curare l’acne e gli eritemi, nelle irritazioni dell’apparato urinario, nella colite. Estratti di valeriana influiscono beneficamente sulla pressione arteriosa regolandola, e sulle aritmie di origine nervosa. Nella sfera digestiva aiuta a calmare le infiammazioni della mucosa dello stomaco e del duodeno, in particolare in diluizione omeopatica a partire dalla D1. La valeriana è la pianta consigliata nei momenti di passaggio della vita, quando si conclude una fase e ne inizia un’altra, ancora sconosciuta. In quei periodi, secondo Pfarrer Weidinger* * , possono sorgere dubbi, incertezze e paure che rendono nervosi e tesi. Diventa difficile addormentarsi, la digestione è più lenta e si è meno resistenti ai disturbi stagionali. La valeriana è indicata prima di un esame importante. Si ricorda che è una pianta adatta anche ai bambini, ovviamente diminuendo le quantità. Nei viaggi lunghi, in macchina o in nave, qualche goccia di tintura di valeriana su una zolletta di zucchero aiuta i cani, nostri compagni fedeli, a rilassarsi e a non avere paura dello spostamento.
Preparazioni erboristiche e dosi
La valeriana contiene oli eterici in tutte le sue parti. La radice è particolarmente ricca di acido valerianico. Inoltre la pianta contiene valeropotrati, sostanze amare e tannini, resine e tracce di alcaloidi. Si usa maggiormente la radice, mentre in pediatria si consiglia l’infuso dei fiori. Dalla valeriana si ottengono ad esempio l’estratto secco, la tintura madre, l’oleolito, la droga secca gli per infusi, decotti e sciroppi. Nel caso della valeriana è importante attenersi alle quantità consigliate dal medico. Se si assumono dosi troppo basse può avere l’effetto contrario: diventa eccitante! Un ottimo modo per avvalersi delle proprietà della valeriana è l’uso esterno, in bagni, maniluvi o pediluvi. La pelle assorbe facilmente l’azione rilassante della pianta, e l’acqua calda aiuta a sciogliere la tensione. Nei momenti di grande nervosismo, in menopausa, prima del ciclo mestruale, si prepara un bagno caldo. All’acqua nella vasca si aggiunge un decotto concentrato di 50g di radice di valeriana su un litro di acqua (bollire per mezz’ora e lasciare in infusione un’altra mezz’ora) e dell’olio essenziale di arancio dolce sciolto nel miele. Dopo il bagno si riposa per almeno 20 minuti.
Con l’occasione porgo un augurio di felice Natale e un anno nuovo sereno e in salute!
Karin Mecozzi erborista, esperta qual. di fitoterapia karin.mecozzi@aruba.it
* (Associazione Agricoltura Biodinamica Sezione Marche, responsabile Giorgio Bortolussi, tel. 0722 53191)
* * (Hermann-Josef Weidinger, 1918-2004, salesiano e sacerdote nella Bassa Austria, esperto di piante officinali. Missionario in Cina, conoscitore della medicina tradizionale cinese e della botanica antroposofica, divulgò l’arte di usare le erbe nella vita quotidiana. Diresse un’associazione di erboristi e scrisse più di 40 libri sulle piante, l’uomo e la vita meditativa.